Da una parte il Ministero offre una decontribuzione che sarebbe pari a 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi per tenere aperto lo stabilimento di via Argine a Napoli, dall’altra l’azienda ha messo in campo cinque opzioni che saranno analizzare e valutate in queste settimane. Delle 5 proposte illustrate dall'azienda solo una garantirebbe la piena occupazione e prevede una riconversione dello stabilimento che non produrebbe più lavatrici ma nuovi prodotti il che dovrebbe. Dunque dalle proproste si capisce che per salvare i posti di lavoro attuali bisogna cambiare natura all'intero stabilimento.
Un incontro dunque, quello del Mise di stamane, che mostra almeno l'esistenza della possibilità che qusto stabilimento possa sopravvivere.
Eppure quella la storia dello stabilimento di via Argine della Whirlpool, aveva fatto risvegliare un mondo e ridato centralità, nel dibattito pubblico nazionale alle questioni del lavoro e delle nuove dinamiche sociali che si stanno sviluppando all’interno del nuovo capitalismo.
Intanto però l’opinione pubblica si è distratta, è stata attirata da altri drammi, da altre questioni nelle quali è più semplice identificare i buoni e i cattivi.
Al tavolo che si è tenuto oggi al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma erano presenti il ministro dello sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio, le parti sindacali, i rappresentanti dell’azienda e anche i rapprensentanti delle istituzioni locali.
Davanti alla sede del ministero in via Veneto le delegazioni dei lavoratori di via Argine si sono presentati in presidio con la maglietta bianca con la scritta "Whirlpool Napoli non molla”, che orami è diventato il simbolo di questo gruppo di lavoratori che non si arrende.
Prima di salire all’incontro la segretaria nazionale Fiom, Barbara Tibaldi, ha garantito ai lavoratori di Napoli che: "Se oggi questa deve essere la fine dell'estate, deve essere una fine dell'estate che permette a tutti di dormire la notte".
All’incontro il ministro Di Maio ha messo sul tavolo una proposta che potrebbe essere apprezzata dalla proprietà. “Non vogliamo una guerra tra poveri - avrebbe detto Di Maio - Siamo pronti a supportare l'azienda nell'individuazione di un'alternativa alla vendita. È pronta una norma, da approvare nei prossimi giorni, che permetterebbe a Whirlpool di avere una decontribuzione per 17 milioni di euro nei prossimi 15 mesi, non pagando tasse sui contratti di solidarietà”.
Ma l’Amministratore Delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, ha sottolineato, uscendo dal ministero, di “credere fortemente che solo un nuovo progetto industriale e un nuovo prodotto siano in grado di ridare nuova linfa al sito e di garantire i posti di lavoro a Napoli. Ulteriori investimenti dell'Azienda nella produzione di lavatrici a Napoli, anche se supportati da significativi incentivi finanziari negli anni, non garantiscono una soluzione sana e sostenibile nel lungo periodo. Le 5 opzioni presentate al tavolo sono tutte le opzioni possibili per dare nuove opportunità al sito di Napoli, sempre con l'obiettivo di mantenere i livelli occupazionali e la continuità produttiva - ha detto ancora La Morgia - tutte in linea con l'impegno a garantire la continuità produttiva e i livelli occupazionali".
“Le prime tre opzioni - fa sapere l'azienda in una nota - richiederebbero investimenti nelle lavatrici di alta gamma, un segmento di mercato in forte difficoltà da diversi anni, oppure trasferimenti di produzione da siti italiani o EMEA, con potenziali ripercussioni sugli altri stabilimenti e sulla profittabilità dell'Azienda nella Regione EMEA. A fronte di un impatto economico compreso tra i 30 e i 70 milioni tra investimenti one-off e ongoing". Queste soluzioni, però, a detta della stessa azienda "sarebbero in grado di garantire solo parzialmente i posti di lavoro, dimostrandosi quindi non sostenibili nel medio-lungo termine". La quarta soluzione "al momento prevederebbe il mantenimento della produzione di lavatrici da parte di un nuovo player industriale, soluzione alla quale Whirlpool EMEA sarebbe aperta se si dovesse eventualmente riscontrare un interesse dal mercato e a determinate condizioni". Ma anche questa opzione, sottolinea sempre l'azienda "è al momento del tutto ipotetica, in quanto l'Azienda non ha ricevuto alcuna manifestazione di interesse. Delle 5 proposte presentate - sempre secondo la nota di Whirlpool - solo la quinta e ultima opzione presentata garantirebbe il mantenimento della continuità industriale e i pieni livelli occupazionali" è questa prevederebbe: "un cambio di missione dello stabilimento, in grado di dare un futuro sostenibile al sito nel medio e lungo periodo. Alla nuova missione corrisponderebbe un cambio di produzione sotto una nuova realtà aziendale e con una nuova organizzazione del lavoro. Il processo di cambiamento verso la produzione di nuovi prodotti sarebbe accompagnato da un percorso formativo volto a supportare lo sviluppo di nuove capacità e competenze del personale".
Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici, dopo l’incontro ha dichiarato che “Anche grazie alla scelta del ministero di sostenere la proposta sindacale di decontribuzione dei contratti di solidarietà, nel caso in cui naturalmente si salvaguardi Napoli e, più in generale, la presenza di Whirlpool in Italia, la vertenza è per così dire entrata in una fase di riflessione. Su proposta del ministro Di Maio il confronto proseguirà in sede tecnica, per poi tornare al tavolo plenario a settembre. Speriamo che tale riflessione possa davvero portare a rivedere in modo definitivo la decisione di chiudere la fabbrica campana e più in generale a mantenere gli impegni assunti nell'accordo di ottobre per tutti i siti italiani".
Anche l’assessore del Comune di Napoli Monica Buonanno era presente all’incontro e subito dopo la fine del confronto ha affermato “l’azienda ha portato al tavolo cinque proposte. Il tavolo si è concentrato sulla possibilità di valutarne rapidamente due, ciascuna però che consenta la piena attuazione dell'accordo di ottobre 2018. Siamo sulla strada giusta se al prossimo incontro si condividerà anche la visione e la strategia, che non possono e non devono astrarsi dal concetto di piena occupazione di tutte le maestranze del sito Whirlpool di Napoli”
Sull’argomento in mattinata era intervenuto anche il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che aveva attaccato il vicepremier Di Maio al quale si era rivolto “Di Maio dica come stanno realmente le cose, racconti la verità. Se oggi dovesse arrivare una notizia non buona o una melina per sfiancare i lavoratori, il sindaco di Napoli e questa amministrazione sono pronti ad azioni forti e molto dure per dimostrare che lo stabilimento di Napoli va difeso anche nel nome della legalità, dello sviluppo, del lavoro e del contrasto alla precarietà''. Il Sindaco si è detto ‘”molto preoccupato”. Ieri si è recato in visita allo stabilimento di via Argine è ha detto di aver “trovato i lavoratori molto provati, indignati, arrabbiati ed anche sfiduciati ma nonostante tutto continuano a lottare con la stessa energia sapendo che hanno me e la città al loro fianco. Chiedo al Governo - ha aggiunto - di far capire da che parte sta. Questa è una fabbrica che funziona e quindi non c'è ragione per cui l'azienda chiuda questo stabilimento anche in considerazione del fatto che era stata lanciata l'idea che Napoli potesse essere un laboratorio di innovazione all'intero di Whirlpool. Un Governo - ha rimarcato il sindaco - che ha nei suoi esponenti apicali e nella sua maggioranza relativa una componete che ha avuto al Sud molti voti e molti in Campania, territorio che esprime vicepremier e presidente della Camera, non credo che possa lasciare questi lavoratori al loro destino. Non si tratta - ha affermato - di avere una posizione di assistenzialismo, ci sono da salvaguardare posti di lavoro e un'azienda che funziona. Se si molla anche su questo vuol dire che il torcicollo politico, amministrativo, finanziario sulle politiche del lavoro guarda sempre al Nord''.