Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede è arrivato ieri al Giffoni Film Festival, dove ha presentato la docuserie Boez, insieme ai registi Marco Leopardi e Roberta Cortella e ai protagonisti della serie. Si tratta di una docu-serie di grande impatto sociale, la cui funzione pubblica è stata riconosciuta proprio dal ministero di Giustizia, parla di sei ragazzi in esecuzione penale esterna. “Mi è piaciuto veramente molto, la capacità del film è quella di tirar fuori le storie, ti arriva dritto al cuore.
La società deve essere sensibile nei confronti di chi nella vita non ha avuto possibilità di scegliere. Si è delinquenti per lo Stato prima ancora di avere la possibilità di sentirsi uomini e questo è un fallimento per lo stesso Stato. La rieducazione è fondamentale, è un obiettivo per gli adulti e lo deve esser ancor più per i giovani”, ha sottolineato il ministro che ha poi illustrato le prossime misure dello Stato. “Questa mattina, intanto, abbiamo chiuso il decreto per la protezione dei bambini. Il mondo degli affidi e dei minori crea anomalie strane. I bambini devono essere protetti nel nostro Paese. La Giustizia deve far sentire il fiato sul collo a chiunque perseguita i minori.” ha precisato Bonafede.
"Appena arrivato al Ministero stasera ho firmato il decreto per istituire la squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori" ha poi scritto Bonafede ieri sera sulla sua pagina Facebook. Io ho scelto di presiedere personalmente questa squadra. La protezione dei bambini deve essere in cima alla lista degli impegni del governo. Gli obiettivi sono però monitoraggio e controllo su quello che accade al minore in tutto il percorso. Oggi lo Stato ha occhi aperti su quello che accade a un bambino fino a un certo punto. Serve una banca dati omogenea e la task force potrà lavorare a confrontare i dati. Ci sono anche leggi vecchie di 50-60 anni. Lavorerà allo studio del quadro normativo in modo che la giustizia possa avere gli occhi aperti su tutto, oltre ovviamente a coordinarsi con gli altri organi competenti e alla commissione del Parlamento” ha concluso il ministro.
E poi la cultura, l’eduzione alla legalità, il cambio di mentalità. “Ho chiesto al ministro dell’Istruzione – ha aggiunto Bonafede – di realizzare progetti per le scuole. Per me la giustizia invece la devi sentire dentro di te perché non deve essere vissuta una patologia della società, ma è alla base di ogni percorso di vita. Le nuove generazioni fanno fatica a sapere chi erano Falcone e Borsellino. Io sto facendo di tutto perché se ne parli. Se noi oggi siamo liberi lo dobbiamo a chi ha dato la vita per questi diritti".