La chiesa di Sant'Ippolisto Martire, ad Atripalda, era gremita in ogni ordine di posto per l'ultimo saluto a Flavio Puleo, presidente dei “Biancoverdi Insuper...Abili”, il gruppo dei tifosi diversamente abili dell'U.S. Avellino che seguono (e devono continuare a seguire) le gare dei lupi dal primo anello della Curva Nord. Commossa e commovente l'omelia di don Fabio Mauriello, che non ha trattenuto le lacrime pur esortando i ragazzi di Flavio ad andare avanti avendo fede; seguendo il suo esempio. Perché la sua vita è stata un esempio e l'ha spesa lasciando il segno.
Come opportunamente ricordato l'ex presidente della Lega B, Andrea Abodi, Flavio Puleo ha combattuto affinché gli stadi, non solo il “Partenio-Lombardi”, ma in ogni angolo di Italia, fossero privi di barriere architettoniche; di qualsiasi ostacolo che impedisse ai supporter, di cui era diventato silenzioso ma tenace e fiero leader, di godersi come in ogni Paese civile un evento. Nel caso specifico sportivo. Ovvero, una partita di calcio. Non partite qualasiasi, però; rigorsamente qulle del suo amatissimo Avellino. Una passione che ha trasmesso a sua figlia Luana, per i diritti e il benessere della quale ha lottato col coltello tra i denti, senza, però, farne una questione meramente personale. Flavio voleva il bene di tutti. E di retorico non c'è davvero nulla.
Non perdeva occasione per sensibilizzare chiunque sull'impegno in favore di chi ha bisogno di sostegno. Dialogava con calciatori, presidenti, promuoveva iniziative. Era sempre in prima linea: instancabile. Col suo “oltre ogni barriera” aveva trovato tre parole per racchiudere la sua missione e tutta la sua determinazione. Quella grinta che lo portava a denunciare, senza indugi, disservizi e difficoltà. Senza sotterfugi o compromessi, con la testa alta di chi sa di non star chiedendo null'altro che il rispetto di ciò che dovrebbe essere alla base di azioni quotidiane mosse da un puro senso civico, ma che troppo spesso è tutt'altro che scontato. Non erano, però, battaglie contro i mulini a vento. Gridava, gridava forte Flavio, fino a ottenere ciò che spettava alla sua gente. Si faceva valere. E poi via a fare il tifo; a colorare e illuminare quel settore che, fino a che lui lo prendesse "in consegna", era rimasto ancorato al drammatico ricordo della morte di Sergio Ercolano.
Dall'idea di un collega, Claudio De Vito, è nata una proposta che va assolutamente avanzata alle istituzioni cittadine; che oggi veniva sussurrata sul sagrato della chiesa: intitolare la Curva Nord a Flavio Puleo. Capitano coraggioso, nella quotidianità e contro la malattia, sino all'ultimo istante, come Adriano Lombardi. Lo meriterebbe davvero, Flavio, numero uno come sulla maglia donata ieri dal presidente Mauriello alla sua famiglia e posta sul feretro insieme a tante sciarpe; quel feretro che è stato accompagnato nel suo ultimo viaggio dai cori, dai fumogeni e dagli applausi scroscianti dei ragazzi della Curva Sud e dei suoi “Insuper...Abili”. Insieme hanno sventolato, per lui, quella bandiera a scacchi bianco e verdi che Flavio faceva agitare ai suoi ragazzi nel loro spicchio di stadio. Oggi, loro sì che c'erano, con gli occhi rossi. Le emozioni, quelle vere, non si sgretolano dietro a parole vuote o foto di rito.
“Animo nobile e sensibile. Per sempre insuper...abile. Ciao Flavio!”, l'estrema sintesi di ciò che è Flavio è stato, compressa in uno striscione, ancora una volta della Curva Sud. Poi una serie di cartelli con cui il popolo irpino lo ha voluto salutare. A sostenerne uno dei tanti c'era Giuseppe Musto, ex responsabile della biglietteria dell'U.S. Avellino, che a Flavio aveva dato carta bianca per la gestione dell'ingresso dei tesserati del suo magnifico e unico club, al quale ha lasciato in eredità la sua nuovissima sede di Atripalda. Lì eravamo d'accordo per realizzare un collegamento nel corso di 0825: lo faremo, Flavio. Sì, perché questo è il calcio. O almeno può esserlo. Altro che PEC. Altro che aule di tribunale. Un momento di aggregazione, in cui ritrovarsi ed essere comunità, famiglia. Magari una splendida, come quella che Flavio Puleo ha creato dal nulla e che ora, ciascuno di noi, ha il dovere di contribuire a portare avanti.
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