“Torniamo a raccontarci la vita dal cuore e non dalla scheda madre del telefono”. E' l'unica raccomandazione del maestro Ezio Bosso che, ieri sera ha messo il sigillo alla terza edizione del Bct, il Festival del Cinema e della Televisione di Benevento. Il maestro ha diretto l'Orchestra Filarmonica di Benevento in un concerto che ha incantato il pubblico stretto nell'abbraccio delle note, in un Teatro Romano stracolmo eppure raccolto, rapito, incantato.
Scena e pubblico come il suono e il silenzio. Due parti fondamentali di una serata tra sogno e festa. Così l'ha definita Bosso. Esempio di forza e coraggio. Talento vitale e geniale artista che, all'Orchestra Filarmonica di Benevento non ha risparmiato parole preziose, da ammirare e custodire.
A presentare il concerto la giornalista Melania Petriello che, come sempre, è riuscita nel difficile compito di descrivere la meraviglia. Di raccontare l'incanto e la passione che l'esperienza dell'Orchestra filarmonica di Benevento rappresenta.
Sul palco anche il direttore artistico del Bct Antonio Frascadore che ha messo fine alle polemiche e alle incertezze: “Anche per il 2020 sarà Benevento ad ospitare il Festival”.
Poi spazio all'immensa personalità di Bosso.
“Questo concerto – ha raccontato il direttore d'orchestra - è una festa di 5 giorni di vita insieme a questi ragazzi che si sono ritrovati insieme a questo omino folle e lo hanno obbligato a scacciare un mostro”.
Così ha presentato l'esecuzione della sua Sinfonia n. 2 “Sotto le voci degli alberi”.
“Sono nove anni che non la eseguo – ha raccontato - è la storia di un albero che vive”.
E sull'Orchestra: “Scrivono il programma di sala, sollevano il direttore, mettono a posto le caldaie... non ho mai conosciuto un'orchestra così”.
Poi spazio alle note. All'incanto della Sinfonia n. 5 di Beethoven e all'energia del Bolero di Ravel. Spazio alla meraviglia di una serata che è un regalo. Una dolcezza per il cuore... una festa di emozioni e amore.