San Gennaro Vesuviano

Un fine settimana di liti e accuse reciproche. E Agnese che distrutta avrebbe confidato ai suoi amici e parenti: «Avrei dovuto lasciarlo, dovevamo separarci». I giorni che hanno preceduto la tragedia di San Gennaro Vesuviano quando Salvatore Narciso ha afferrato sua figlia Ginevra, di soli 16 mesi, lanciandola dal balcone restano un mistero fitto. L’ha scaraventata nel vuoto uccidendola sul colpo. Un mistero fitto sulle cause che hanno scatenato il gesto dell’uomo. Ma in quei giorni una cosa è certa lui e la moglie Agnese D’Avino, medico, non avevano fatto che litigare. Erano a mare, a Capaccio, nella casa di proprietà di Lisa Bifulco, la madre di Agnese. Pochi giorni trascorsi tra liti incessanti e la decisione di rientrare. Il ritorno a San Gennaro Vesuviano era avvenuto solo nella tarda serata di domenica. Fino a lunedì quando pare che con una scusa Salvatore, Savio come lo chiamano tutti, è riuscito a far allontanare sua moglie per afferrare la piccina salire al secondo piano e lanciare prima la bimba dal balcone per poi fare lui stesso altrettanto. Le avrebbe chiesto di lavare un lenzuolo sporco. Avrebbe approfittato della sua assenza per compiere l’orrore. La donna quando ha sentito il tonfo, quel rumore sordo di quei corpi al suolo si è precipitata per provare disperatamente a rianimare la sua piccola. Poi, stremata, si è arresa. Il padre della piccola è stato indagato, ma l’interrogatorio è stato rinviato.

Narciso è stato operato alla colonna vertebrale, l’interrogatorio si è interrotto dopo poche battute. Narciso balbetta, non riesce a rispondere, non riesce a chiarire, di specificare. Sposati nel dicembre del 2016, Agnese e Salvatore sembra vivano difficoltà nella loro vita di coppia. Lui al lavoro nello studio legale del fratello avvocato Biagio, lei medico, vivono a Caserta, città d’origine di Salvatore.

Secondo alcuni testimoni, lei avrebbe detto: «Avrei dovuto lasciarlo già tempo fa». Di certo, ci sono le parole urlate nel pomeriggio del delitto, quando Agnese sul marito ha ripetuto: «Un animale, un diavolo, ho sposato un diavolo».