“Vorrei capire per quale motivo l’arbitro ha decretato un knock-out tecnico a mio sfavore seppur, come mostra ampiamente il video integrale, non vi erano gli estremi per prendere tale decisione”.

 E’ una vera e propria furia il pugile Sergio Romano che, a pochi giorni di distanza dalla sconfitta subita da Luca D’Ortenzi nell’incontro di Ladispoli valido per titolo di campione italiano dei pesi massimi, esprime tutto il suo dissenso per la scelta presa del direttore di gara. 

Entrando nei termini prettamente caratterizzanti la disciplina sportiva, il knock-out tecnico è quella situazione in cui “il pugile, atterrato dal proprio avversario sul tappeto del ring, non riesce a rimettersi in piedi entro il tempo massimo stabilito di 10 secondi per continuare a lottare. Conseguentemente, l'altro pugile viene dichiarato vincitore dall’arbitro”. 

 Una disposizione definita per la cui determinazione intercorrono tre fattori causa della possibile l’interruzione istantanea del match, ovvero: la manifesta inferiorità di uno dei pugili rispetto al suo avversario, una ferita accorsa a seguito di colpi regolari o più atterramenti nel corso della stessa ripresa. 

“Ribadisco con fermezza che non ho subito né pugni importanti e né tanto meno lezione di pugilato - scrive Romano in un documento di ricorso/denuncia indirizzato al presidente Vittorio Lai -. Mi domando come sia possibile fermare un incontro valido per il titolo italiano dei pesi massimi all' ottava ripresa, senza subire alcun colpo importante, come il video ufficiale attesta.  Mancavano altre tre riprese in cui, certamente, sarebbe potuto cambiare il match, considerando la mia crescita atletica ed organica, a differenza del mio avversario, in calo vistoso”. 

“L’arbitraggio mi ha penalizzato palesemente nel conseguimento dell’obiettivo finale - rincara la dose il pugile di Alvignano -.  Il sottoscritto ha fatto sacrifici che difficilmente si possono raccontare”. Romano ci tiene. però, a precisare che “non si tratta di una critica al pugile D'Ortenzi o al suo maestro Autorino, anzi. E’, piuttosto, una ferma e convinta contestazione all'arbitro Moscadiello, che credo potrebbe trovare sulla stessa linea anche il supervisore Massimo Barrovecchio, referente internazionale di indiscusso valore ed esperienza”. “Chiedo a lei o chi di competenza - in conclusione - di essere nominato nuovamente sfidante al titolo italiano dei pesi massimi contro D'Ortenzi per i motivi che trovano riscontro nei fatti e nella denuncia/ricorso esposta”.