La Fsi-Usae, nella sua qualità di agente contrattuale, dopo aver rilevato che i  lavoratori della sanità privata sono senza rinnovi contrattuali da oltre due lustri e che le associazioni Aris ed Aiop non hanno ancora provveduto ad aprire formalmente, con la scrivente federazione, il tavolo contrattuale per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro e legano la possibilità di addivenire al  rinnovo a doppio filo allo stato delle convenzioni regionali per le prestazioni sanitarie e questo anche se il rinnovo dei contratti alla naturale scadenza è un diritto inalienabile dei lavoratori che per troppo tempo è stato negato nella sanità privata. 

Fsi-Usae,  ha quindi deciso l'indizione dello stato di agitazione e la mobilitazione della categoria, procedendo al previsto tentativo di conciliazione, che è fallito, e questo anche a causa dell’assenza dei rappresentanti delle Regioni, i veri padroni della sanità italiana. Ora il sindacato convocherà i rispettivi segretari regionali per predisporre il calendario e le diverse modalità di attuazione delle mobilitazioni regionali. 

Adamo Bonazzi, il segretario generale, apprendendo del fallimento delle conciliazione ha aggiunto: “riteniamo che il rinnovo dei contratti alla naturale scadenza sia un diritto inalienabile dei lavoratori e che per troppo tempo questo diritto sia stato negato alla sanità privata.

La situazione è divenuta paradossale ed insostenibile anche a causa del rimpallarsi le responsabilità dei principali attori. Abbiamo registrato e stigmatizzato il fatto che a molte Regioni non importi se ad una parte degli operatori del proprio servizio sanitario regionale (il privato convenzionato) siano costretti a lavorare con contratti scaduti da tempo immemorabile. Sposteremo quindi la mobilitazione ai vari livelli regionali per mettere le diverse parti di fronte alle relative responsabilità.”