San Salvatore Telesino

Nessun dubbio: un'indagine giudiziaria, che punti alla ricerca della verità, deve battere ogni pista per arrivare ad una soluzione, quale che sia. In tanti anni ne ho viste e scritte di cotte e di crude, ma l'idea che la salma della piccola Maria, trovata morta, annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino, sia stata riesumata a distanza di oltre tre anni per essere sottoposta ad una seconda autopsia, non può lasciarmi indifferente.

L'esperienza si accompagna inevitabilmente ad una dose di cinismo, ma è fondamentale che non diventi una overdose in grado di annullare qualsiasi forma di pietas. Come si fa a non provarne pensando a quel corpicino ancora martoriato, scandagliato da medici legali che provano a scovare eventuali elementi non raccolti in precedenza?

Maria aveva solo 9 anni ed il diritto a cullare i suoi sogni. Le sono stati strappati in una sera di giugno, mentre era festa nel paese in cui abitava con i genitori. E' stata spinta e costretta in acqua o ci è finita accidentalmente? Era il 19 giugno del 2016, e da quel giorno non c'è ancora certezza su quale sia stato il suo destino: uccisa o vittima di un incidente? E se è stata abusata, come sostengono gli inquirenti, chi ne ha violato l'innocenza?

Da tre anni c'è un indagato per omicidio e violenza sessuale – Daniel Ciocan - che professa la sua estraneità ad ogni accusa, da alcuni mesi a lui si sono aggiunti, per l'ipotesi degli abusi, il papà e la mamma. E c'è Maria che non può più sorridere e giocare come quelli della sua età. L'hanno disseppellita e adagiata ancora su un tavolo settorio. Come si fa a non invocare la pietà?

P.S. L'autopsia è stata eseguita questo pomeriggio, nell'ospedale di Foggia, dal professore Cristoforo Pomara, uno dei tre periti- gli altri sono Ciro Di Nunzio (con il chimico Aldo Di Nunzio) e Francesco Sessa – scelti dal gip Giuliana Giuliano nell'incidente probatorio chiesto dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo. L'esame è stato condotto alla presenza del professore Fernando Panarese, dell'avvocato Salvatore Verrillo, rispettivamente consulente e difensore di Daniel. I genitori di Maria, rappresentati dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini, hanno indicato come loro specialisti i professori Tatiana Mangiullo e Marina Baldi.

Come più volte ricordato, oltre all'autopsia sono anche state disposte l'analisi di 32 vetrini relativi ai vari tessuti selezionati durante il primo esame curato tre anni fa dal professore Claudio Buccelli e dalla dottoressa Monica Fonzo, e la ricerca, con una nuova tecnica, di materiale biologico su alcuni indumenti.