Benevento

“Mi sembra doveroso fornire delle risposte alle svariate domande che mi vengono poste da un gruppo di abitanti il rione ferrovia, in merito allo stato in cui versa il Parco Cellarulo. E’ dunque giusto che si sappia - con estrema chiarezza quali sono state le vicende giudiziarie ed amministrative che si sono susseguite nel corso degli anni e che hanno portato alla situazione attuale”.

Così il consigliere comunale Vincenzo Sguera interviene pubblicamente per rispondere ad una serie di proteste sollevate dai cittadini del rione Ferrovia e non solo in merito allo stato di abbandono in cui versa il percorso del verde inglobato nel Parco Cellarulo, la passeggiata di circa un chilometro che dal rione Ferrovia conduce alla zona di Cellarulo.

Un'opera 'sfortunata' finita sotto le acque del fiume calore più volte e che è definitivamente 'morta' con l'alluvione del 2015.

“A distanza di ben nove anni dall’inaugurazione del Parco – scrive Sguera -, i cittadini di Benevento non possono usufruire della struttura ubicata in un quartiere importante della città, oggi, purtroppo, caratterizzato dall’incuria, dal degrado ed alla mercè di donne dedite alla prostituzione.

Senza alcuna vena polemica o politica - precisa l'avvocato Sguera - , mi limiterò ad esporre sinteticamente la cronologia dei fatti emersi dallo studio degli atti giudiziari: − con contratto stipulato in data 4-5-2007 venivano appaltati dal Comune di Benevento all'ATI - poi divenuta società consortile "Ge.Si.Co. s.c.a.r.l."- i lavori per la realizzazione del "Parco Archeologico e del Verde di Cellarulo-area perifluviale", per un importo di euro 3.238.628,02;

− il 10 luglio 2010 veniva inaugurato ed aperto al pubblico il Parco Cellarulo;
− il 5 settembre 2011 veniva convocata l’impresa aggiudicataria dei lavori, per la redazione del verbale di constatazione dello stato delle opere;
− il 24 ottobre 2011 il Direttore dei Lavori convocava l’impresa per la sottoscrizione dello stato finale dei lavori, ma, tuttavia, l’impresa disertava l’incontro;
− il 25 novembre 2011 la Digos di Benevento acquisiva la documentazione dell’appalto e dei lavori presso il settore OO.PP.;
− come conseguenza delle riscontrate inerzie sopra indicate, con determina delDdirigente settore Opere Pubbliche del Comune di Benevento - n.203 del 19-6-2012 -, veniva risolto il rapporto contrattuale stipulato in data 4-5-2007;
− in seguito alla risoluzione, il RUP chiedeva di provvedere alla sottoscrizione della richiesta di escussione della polizza fideiussoria, anche in considerazione dell’urgenza di reperire risorse per il completamento e la manutenzione dell'opera non portata a compimento dall’impresa aggiudicataria;
− con nota del 9-1-2014, l'impresa aggiudicataria diffidava il Comune creditore a non azionare la polizza ed il fideiubente a non liquidare la garanzia fideiussoria prestata, avendo portato a termine, a suo dire, quanto stabilito nel contratto;
− con determina n.729/14, il Dirigente del Settore Legale del Comune di Benevento promuoveva azione giudiziaria nei confronti della Italiana Assicurazioni S.p.A. - che aveva emesso la polizza fideiussoria a garanzia dei lavori di appalto - affinché venisse condannata a pagare, in favore dell’Ente, la complessiva somma di euro 507.395,17; 
− il giudizio è tuttora in corso -prossima udienza 9 luglio 2019-".

"In ambito penale - spiega ancora Sguera -, la vicenda relativa all’appalto concernente “Parco archeologico e del verde Cellarulo” è stata oggetto anche di attività di indagine promossa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, nell’ambito del procedimento denominato: “Mani sulla città”, da poco terminato in primo grado.

All’esito dell’attività investigativa, il P.M. formulava i seguenti capi di accusa: delitti di corruzione (Capo 2, sub 3) e di concussione (Capo 3, sub 1b), per i quali vi è stata sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste; delitto di abuso di ufficio (Capo 5, sub 3, punti a1, a2, b, c e d), elevato nei confronti di pubblici amministratori, tecnici comunali e rappresentanti dell’impresa, per il quale è stata dichiarata l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione; delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (Capo 6, sub 3), ascritto a pubblici amministratori, tecnici comunali e rappresentanti dell’impresa, ritenuto dai Giudici assorbito nella precedente contestazione di abuso di ufficio, dichiarata prescritta; delitto di falso ideologico in atto pubblico ai sensi del (Capo 7, sub 2), contestato a pubblici amministratori e dichiarato estinto per intervenuta prescrizione".

In conclusione il consigliere comunale di maggioranza comprende il disappunto dei cittadini "ma è del pari vero che i problemi sussistenti, come sopra descritti, non sono imputabili all’attuale amministrazione che, di contro, s’impegna fattivamente per la risoluzione delle problematiche esistenti, anche se i risultati da conseguire sono spesso fortemente condizionati e strettamente legati tanto al deficit economico, quanto all’esito delle numerose vicende giudiziarie, fardelli ereditati da chi ha gestito in precedenza il Comune di Benevento.