di Enrico Dell'Orfano
Questa mattina dalle ore 8,30 e per la durata di 6 ore, gli studenti dei Licei Classici di tutta Italia affrontano la seconda prova scritta di (Lingua e Cultura Latina e Lingua e Cultura greca). E’ una prova nuova che si tiene appunto, per la prima volta, in questo esame di Stato 2019. Da molti mesi I quotidiani scrivono sulla nuova struttura delle prove d'esame di maturità. Ed in una materia così delicata giustamente emergono pareri contrastanti di illustri studiosi. Alcuni scrivono "esercizio tanto intempestivo quanto sterile, istigante al peggior nozionismo" altri poi l’hanno valutata con sostanziale favore, perchè più completa anche se un poco più impegnativa". Logicamente se con questa nuova prova si vuole valorizzare in modo più convincente la capacità traduttiva, interpretativa e di orientamento dello studente, si deve esprimere un giudizio positivo.
Infatti tale prova significherebbe la valorizzazione anche degli studi classici,del mondo antico nei suoi aspetti storici e culturali in un momento storico in cui si incrociano tante polemiche spesso generiche e superficiali .Se poi (come ho letto in alcune simulazioni) si vuole mortificare l’azione intrpretativa dei testi classici presentando un testo tradotto (greco o latino)e l’altro troppo generico ed elementare,l’esercizio diventa banale e va condannato. Però nel primo caso(valorizzazione dell’interpretazione) bisogna rivedere i piani didattici nel corso dell’anno scolastico, cioè occorre sicuramente un maggior numero di ore di lezione ma soprattutto un nuovo “modus operandi”, aggiornando i docenti con corsi di studio gestiti da specialisti del mondo accademico
affinchè riescano ad agire con tecniche didattiche nuove…altrimenti saremo di fronte ad un fallimento e ad una mortificazione delle lingue classiche. Riporto, per chiarezza gli obiettivi della seconda prova che, secondo quanto stabilito dal Miur, quelli devono accertare le seguenti competenze:
- La comprensione puntuale e globale del significato del testo proposto, attraverso la coerenza della traduzione e l’individuazione del messaggio di cui si parla, il pensiero e il punto di vista di chi scrive, anche se non esplicitato, che comprende aspetti che il testo presuppone per essere compreso e che attengono al patrimonio della civiltà classica.
- La verifica della conoscenza delle principali strutture morfosintattiche della lingua, attraverso l'individuazione e il loro riconoscimento funzionale.
- La comprensione del lessico specifico, attraverso il riconoscimento delle accezioni lessicali presenti nel testo e proprie del genere letterario cui il testo appartiene.
- La ricodificazione e la resa nella traduzione in italiano, o nella lingua in cui si svolge l'insegnamento, evidenziata dalla padronanza linguistica della lingua di arrivo.
- La correttezza e la pertinenza delle risposte alle domande in apparato al testo latino e greco.
Basta riflettere su questi punti per rendersi conto che l’azione didattica del corso di studio deve essere gestita con grande professionalità e competenza.inoltre,dalle statistiche degli anni precedenti si rileva che ben oltre il 95 per cento tranquillamente, supera la prova per cui l'esame non rappresenta affatto il momento di verifica del raggiungimento di un determinato standard nazionale di istruzione).
Quest’anno la prova è chiamata “prova mista”.
Il punto è che la prova mista latino-greco al liceo classico, presentata dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, ha ancora tratti non del tutto chiari, che potranno rivelarsi più o meno difficili in base a come verranno vissuti dai protagonisi(studenti e professori).
La Versione si dovrebbe modernizzare, secondo le direttive del Ministero dell’Istruzione: un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduto e seguito da parti tradotte per consentire la contestualizzazione della parte estrapolata (finora la versione era preceduta da poche righe introduttive).
E in più, tre quesiti relativi alla comprensione e interpretazione del brano e alla sua collocazione storico-culturale.
«In apparenza, non è male- commenta il latinista Nicola Gardini- anche se il brano estrapolato e presentato agli studenti può creare sicuramente smarrimento, perchè presuppone una confidenza con la lettura nelle lingue originali che la scuola non è mai stata in grado di dare, se non in casi eccezionali. Per cui ripensare l’istruzione delle lingue antiche in termini molto più critici, comparativi, contestuali, è giustissimo, per dare un senso più storico allo studio.”
Ma - e qui arriva il monito- "Non so se i ragazzi saranno sufficientemente preparati: perché è giusto riformare la prova, ma va riformato anche il modo di insegnare la materia. Se questa prova è fatta per marginalizzare la traduzione, fallirà: è giusto che la traduzione sia considerata in un momento più ampio di interpretazione storica, filosofica, culturale, per capire cosa c’è intorno”.
Senza la riforma della didattica, dunque, per Gardini, questa prova diventa «un fantasma inutile»
E’ anche una mia convinzione già espressa e discussa in un convegno a cui partecipai,esponendo proprio questi concetti- Anche per Luciano Canfora la prova mista può essere un’ottima cosa, «se fatta sul serio: «È ovvio che è fatto tutto con grande spirito di serietà, ma un po’ prescinde dalla situazione specifica, dal grado di conoscenza degli insegnanti, dal livello medio degli studenti, dall’abitudine di parafrasare per cavarsi d’impiccio».
Il timore?
«Che una cosa che si presenta nobile si trasformi in un’esecuzione al ribasso. Cosa disse Bobbio dinanzi alle giuste critiche su come può funzionare la democrazia politica? Che ci sia un numero sufficiente di buoni democratici. Nel nostro caso, se abbiamo un buon personale docente,buoni studenti, allora funzionerà. Altrimenti, guardando la realtà, avrei proposto un brano non lunghissimo, di senso compiuto, di inizio opera: sarebbe stata la soluzione più umana, uguale per tutti, senza frastornare l’allievo».Per decenni ogni studente del liceo classico aspettava con ansia l’uscita della seconda prova della maturità: greco o latino?
Negli ultimi anni, nel clima generale della crisi dell’istruzione classica, si era creata la regola non scritta ma tacitamente risaputa dell’alternanza della versione, in prosa, ora della lingua di Omero ora della lingua di Virgilio. “Inoltre il professor Bettini(uno degli Esperti del Ministero) dichiarava al Corriere della Sera nel 2016: “Mica voglio abolire la traccia dal latino o dal greco. Ho solo proposto di offrire ai candidati una rosa di testi, opportunamente contestualizzati e magari un po’ più brevi di quelli odierni, e di affiancare la traduzione pura e semplice con delle domande che vertano non solo sugli aspetti linguistici, ma anche sulla cultura classica. Se per esempio bisogna tradurre il De brevitate vitae di Seneca, sarebbe opportuno fare delle domande sul contenuto filosofico del testo che permettano al candidato di dimostrare quanto ha appreso e amato nel corso dei cinque anni di studio”.
Dall’altra parte, contro il rischio di semplicismo e faciloneria, la Mastrocola dalle pagine del “Sole 24 ore” affermava che la traduzione dal latino e dal greco era una delle ultime cose difficili rimaste alla scuola italiana, insieme alla matematica: la versione senza commento e senza domandine di comprensione e contestualizzazione doveva essere una sorta di “radiografia” delle competenze linguistiche e capacità di “problem solving” di un maturando.
Il ministro Bussetti, considerando le varie indicazioni provenienti dal mondo della scuola, è arrivato ad una difficile sintesi :”la prova articolata in due parti”. Su richiesta di diversi studiosi, che ritenevano la sola versione superata, ha proposto una versione, ma anche un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduta e seguita da parti tradotte per far conoscere il contesto del brano estrapolato e offerto agli studenti. Un contesto già tradotto e un brano scelto da tradurre. Tutto nuovo.,con tre domande relative alla comprensione e all’interpretazione del brano stesso e alla sua collocazione storico-culturale
Bisogna essere bravi utraque lingua cioè conoscere greco e latino. Si sostituisce la semplicità con la complessità: bisogna saper tradurre.,interpretare, contestualizzare, parafrasare, comprendere… aumenta dunque il carico di lavoro per i maturandi, mentre tempo prezioso allo studio è continuamente sottratto (nei licei) con il tempo dedicato ai progetti e all’alternanza scuola-lavoro.
Come appendice a queste considerazioni sulla seconda prova, condivido in pieno le preoccupazioni dei docenti del Liceo Classico e Linguistico “Aristofane” di Roma che in parte di seguito riporto:
“I sottoscritti, insegnanti delle classi di concorso A011 (Discipline letterarie e Latino) e A013 (Discipline letterarie, Latino e Greco), del Liceo Classico e Linguistico “Aristofane” – Roma, con questo documento, intendono sollecitare l’attenzione del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, sulla decisione del Miur di nominare, come commissari esterni di Italiano nell’Esame di Stato, per il Liceo Classico, esclusivamente i docenti della classe di concorso A013.
Tale decisione in primo luogo penalizza gli studenti del Liceo Classico, che saranno valutati nella prima prova da insegnanti di Latino e Greco, anche del biennio, inoltre, delegittimando nella sostanza la professionalità degli insegnanti, non tiene conto delle peculiarità dei percorsi di studio, dell’esperienza di insegnamento e dei campi di specializzazione, costringendo i docenti della classe di concorso A013 a diventare improvvisamente italianisti, ed escludendo, di fatto, quelli della classe di concorso A011 dalle commissioni del Classico come esterni.
Il percorso di studi e l’esperienza professionale, maturata nel tempo con grande impiego di energie fisiche ed intellettuali (corsi di formazione, di aggiornamento, riunioni periodiche di dipartimento, approfondimenti e arricchimenti individuali), hanno fatto di noi figure professionali specializzate in ambiti culturali e in competenze didattiche che scelte anomale e approssimative sviliscono e avviliscono.
Non ci resta altro che attendere e vedere i risultati e gli effetti di questa nuova tipologia di prova, per poter dare un giudizio più obiettivo,aspettando soprattutto le risposte degli studenti di tutta Italia a cui va un doveroso “in bocca al lupo”