Un maxi sequestro preventivo di oltre 83 milioni di euro è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Napoli e Lucca come profitto di una maxi frode “carosello” perpetrata nel settore dei prodotti informatici e tecnologici.
L’indagine, coordinata dalla procura di Napoli Nord, ha permesso di portare alla luce una serie di società cartiere con prestanomi con un’organizzazione che si estendeva fino in Slovenia, dove era situata la base.
A capo dell’organizzazione due persone uno originario di Aversa e l'altro di Avellino. Tutti i soggetti coinvolti sono dell’Hinterland napoletano. Secondo quanto emerso nelle indagini, l’organizzazione aveva messo in piedi un meccanismo di frode con prodotti tecnologici che arrivavano dalla Slovenia e che prevedeva un vorticoso giro di fattura per operazioni soggettivamente inesistenti per un importo di circa 500 milioni di euro attraverso una filiera di società fittizie, sei, costituite appositamente e amministrate da prestanomi.
L’organizzazione si impossessava dell’identità delle persone in cambio di poche centinaia di euro. La prima società, quella situata a Trento, in cui arrivavano i prodotti dalla Slovenia, per esempio, risultava “amministrata” da un uomo che vive in una casa di lamiera a Gianturco.
L’indagine si è avvalsa di sofisticate intercettazioni telefoniche ed rogatorie internazionali dove avevano sede le società fornitrici adoperate per la frode fiscale. Secondo quanto emerso, il meccanismo di frode avrebbe condizionato il mercato facendo in modo che alcuni commercianti siano stati costretti a chiudere oppure costretti a comprare da loro