No, non è una tradizione solo anglosassone. Andare a cavallo fa parte anche della cultura irpina, non a caso esistono sulle mappe comunali le ippovie: «I Comuni dovrebbero rendere noti e riaprire questi percorsi sterrati usati nel passato per muoversi a cavallo. Sarebbe un modo per scoprire un lato della nostra provincia sconosciuta ai più, per rilanciare un turismo naturalistico e paesaggistico e per dare maggiori opportunità a chi ama l’equitazione, di praticare questo sport in maniera libera».
A parlare è Giusy Bevilacqua, 33 anni di Torre che dalla sua sviscerale passione per i cavalli, nata da bambina quando ha iniziato a montare, è riuscita, con caparbietà, a creare un’attività lavorativa.
Da circa 5 anni ha aperto una "Selleria", con articoli per l’abbigliamento del cavaliere e tutto il corredo per il cavallo e per il suo benessere, persino i cosmetici per il cavallo, non trascurati gli articoli per l’ippoterapia.
Un’attività insolita, unica tra le province di Avellino e Benevento che sta contribuendo ad avvicinare tanti ragazzi all’equitazione, alla natura. «L’attività- spiega Giusy- sta andando molto bene ed è un orgoglio per me perché quando ho iniziato nessuno ci credeva ma io ho perseverato. Ci ho creduto fino in fondo e oggi mi ritrovo un’attività che dà da vivere a me e ai miei figli. Negli ultimi anni i centri ippici sono aumentati in maniera esponenziale. Molte persone che coltivavano questa passione si sono formate e brevettate per poter dare, in maniera professionale, la possibilità ai bambini di praticare l’equitazione. E anche l’importanza dell’ippoterapia per aiutare e riabilitare ragazzi con difficoltà è stata compresa. E’ uno sport bello che avvicina alla natura e che fa bene soprattutto emotivamente. Quindi bisogna invogliare le persone, i giovani ad avvicinarsi a questa attività sportiva.
Personalmente la passione per i cavalli mi ha aiutata in un brutto momento della mia vita in quanto vittima di stalking».
L'equitazione anche quale momento di integrazione. Giusy è, infatti, riuscita a far avvicinare ai cavalli un giovane migrante africano, ospite a Venticano, che ha imparato, in breve tempo a cavalcare, e proprio a cavallo sta scoprendo l'Irpinia. Giusy ci tiene, inoltre, a sfatare la convinzione che possedere un cavallo sia costoso: «Non è così. Per chi ha del terreno e può tenere in libertà il cavallo, come molti nelle nostre zone, i costi si limitano a 60 euro al mese per nutrirlo e il cavallo vive sereno, facciamo passeggiate, raduni, transumanza. E’ chiaro che se non si ha la possibilità di tenerlo a casa bisogna metterlo a pensione presso una scuderia che può costare circa 400 euro al mese. Bisognerebbe però poter fare questa distinzione anche rispetto allo "Spesometro"; non è giusto che il cavallo venga considerato un bene di lusso a prescindere. C’è pure il contadino che produce il fieno e quindi per lui davvero il cavallo costa nulla».
Giusy, ovviamente, possiede un magnifico cavallo, bianco di razza araba, si chiama Amon; vederla cavalcare con i suoi magnifici riccioli neri nei prati accanto alla sua selleria, il cui ingresso e delimitato da una staccionata e da un filare di cipressi riporta ad immagini oniriche. Ma è tutta realtà. E’ la realtà di un’Irpinia bella, ricca di paesaggi e di persone capaci.
Gianni Vigoroso