Atripalda

All’indomani della tappa dell’Udc ad Atripalda, con le parole sferzanti di Ciriaco e Giuseppe De Mita nei confronti di Paolo Spagnuolo che ancora riecheggiavano nell’aria, a tentare una replica ed a spiegare alcune scelte politiche è Antonio Alvino (nella foto), presidente dell’associazione politico-culturale “Italia Futura” di cui anche il sindaco fa parte.

A quanto pare De Mita si è pentito di Spagnuolo…

«Sono stato e sono un democristiano. E non ho mai avuto favori dalla politica. Credo che siano due ottime ragioni per affermare, senza timore, che De Mita è l’ultimo a poter parlare di ambizione o di tradimento, ovvero i concetti che mi pare abbia usato ieri sera ad Atripalda per esprimere il proprio giudizio nei confronti di Paolo Spagnuolo. Ormai il suo pensiero non mi convince più».

Perché sarebbe l’ultimo a poter parlare?

«Intanto perché da grande statista quale De Mita sostiene di essere stato mi fa un certo effetto sentirlo parlare di Paolo Spagnuolo nel modo in cui ha fatto. Forse è per questo che mentre i Napolitano o i Mattarella chiudono la loro carriera politica da presidente della Repubblica, lui lo fa da sindaco di Nusco. Detto questo, ma come definirebbe De Mita chi mette suo nipote a fare prima il segretario della Margherita, poi del Pd, poi dell’Udc, poi lo fa nominare vicepresidente della Provincia, vicegovernatore della Campania, parlamentare senza voti. E come definirebbe chi ha cominciato la propria carriera politica, parlo degli anni Sessanta, tradendo chi come l’on. Sullo lo stava aiutando ad emergere. Io posso testimoniarlo perché c’ero, ero presente in quel portone di via Cammarota ad Atripalda dove il giovane Ciriaco De Mita complottava contro Sullo. Chi è più traditore: Spagnuolo o De Mita?».

Oggi qual è la vostra posizione politica?

«Abbiamo deciso di aiutare l’amico Pietro Foglia, aldilà dell’appartenenza politica, perché c’è un rapporto personale e una conoscenza diretta. Per tanti di noi, poi, è anche un voto conseguenziale a quello espresso cinque anni fa, quando ci riconoscevamo nell’Udc, da cui sia noi che Foglia siamo usciti per… incompatibilità ambientale. In ogni caso resto un uomo di centrosinistra e non voterò mai un partito del centrodestra, ma un amico, che non avrei votato se fosse stato dalla stessa parte di De Mita, così come se oggi mi riconoscessi ancora in Scelta Civica non avrei votato il mio partito se avesse fatto parte di una alleanza con l’Udc».

Sente tutti compatti?

«Qualcuno voterà anche per il centrosinistra, non so se per Scelta Civica o Partito Democratico».

State pensando di aderire al Pd?

«Finora non abbiamo mai pensato di fare una cosa del genere, ci penseremo dopo le elezioni regionali. Apriremo una seria riflessione per decidere cosa fare. Le nostre scelte partono sempre dalla base. In ogni caso credo che dopo le elezioni si conteranno parecchi morti e feriti, forse Scelta Civica scomparirà e si creeranno nuove formazioni politiche».

E col sindaco in che rapporto siete?

«Lo stesso rapporto che abbiamo con Foglia lo abbiamo con Spagnuolo, anche se lui probabilmente alle regionali voterà per il centrosinistra visto che fino a prova contraria è ancora il coordinatore provinciale di Scelta Civica. Gli siamo leali e vicini sul piano amministrativo e continueremo ad esserlo in futuro, con la stessa convinzione, allo stesso modo».

Gianluca Roccasecca