L'incontro previsto per oggi al Ministero dello Sviluppo Economico con l'azienda e Luigi Di Maio si prospetta lungo e difficile. In questo stesso luogo, nell'ottobre 2018, le parti in causa avevano firmato un accordo grazie al quale la Whirlpool avrebbe rilanciato l'impianto e, per far ciò, avrebbe goduto di incentivi, sgravi fiscali e ammortizzatori sociali. 

Gli incentivi statali sono stati incassati, ma senza nessun preavviso,  la storica fabbrica di via Argine è stata cancellata dallo scacchiere produttivo.

Tutto questo è inaccettabile, soprattutto a fronte dei risultati economici e di volumi che in questi anni il gruppo Whirpool sta avendo.

Il dramma non è solo per gli oltre 400 operai. Nel vortice sono finiti anche i dipendenti dell'indotto, molti mono-commessa, che superano le mille unità nella nostra regione.

La chiusura di Whirlpool Napoli, dichiara Mario Melchionna, comporterebbe inevitabilmente la chiusura di queste aziende con la perdita di 250/300 posti di lavoro anche  in provincia di Avellino aggravando ulteriormente l’impatto sociale di questo territorio, già martoriato ed a rischio spopolamento. In attesa dell’incontro presso il Ministero del Lavoro che si terrà oggi 4 giugno, saranno organizzate delle assemblee informative in preparazione delle eventuali mobilitazioni per la tutela di tutti i livelli occupazioni in caso non venga ritirata la chiusura.

I lavoratori dell’indotto pagano, da tempo remoto, il prezzo delle nuove logiche di mercato, la chiusura sarebbe una tragedia per i lavoratori/lavoratrici e per le loro famiglie.

La Cisl IrpiniaSannio unitamente alle Federazioni di settore, conclude Melchionna, chiedono al Ministero di prevedere la copertura di ammortizzatori sociali anche per i lavoratori dell’indotto e dell’Irpinia.