Avellino

L'ok Corral erano gli studi Rai di Fuorigrotta e pure l'orario non era il canonico mezzogiorno di fuoco dei classici western. Ma l'idea di base era vedere l'effetto che facevano uno contro l'altro a offendersi e dirsi le peggio verità, rispettando il bilancino che uccide ogni dibattito nella par condicio del servizio pubblico televisivo.

Gianluca Festa e Luca Cipriano erano entrambi comodi in poltrona, perché Festa non avesse il vantaggio della visuale più lunga sul dibattito e sull'orizzonte politico. Le scintille ci sono state. Le contumelie inutili hanno abbondantemente battuto le offese. Le proposte serie, credibili, entrambi le hanno lasciate in panchina, un po' per le difficoltà ad elaborare i particolareggiati un po' perché la città ha bisogno di talmente tanto che basterebbe semplicemente parlare di ricostruzione.

Ma chi ha vinto?

Avellino non è Dodge City, peggio.

Luca Cipriano non assomiglia per niente a Wyatt Earp, lo sceriffo di cui avremmo bisogno. E neppure Gianluca Festa ricorda i tratti di Doc Holiday, nonostante i sorrisi e le affinità del cognome lui (il candidato a sindaco) è più astemio di una fontana nel deserto dell'Arizona.

Sulla puntualità e precisione riguardo i problemi, Cipriano ha fatto i compiti a casa, anche grazie a uno staff e un'agenzia di comunicazione che lo istruiscono passo dopo passo. Ma la "tirata" sul teatro Gesualdo se la poteva risparmiare, visto che all'opera ci sono la Procura di Avellino e la Procura della Corte dei Conti, entrambe concentrate a risalire e chiarire dove siano finiti un centinaio di migliaia di euro, di cui qualcuno dovrà pur dare conto. 

Sulla dialettica in generale si vede che Festa, uomo di sport, ha frequentato gli spogliatoi dei palazzetti, dove il linguaggio è tutt'altro che mediato: è guaglione e miezz 'a via. Insomma, le stoccate sui partner di Cipriano (Iacovacci, Poppa e il bacio di Mancino ndr) non hanno lasciato segni.

Deve sforzarsi di più.

Cipriano con le sue proposte sull'ambiente (un albero per ogni bambino e piste ciclabili vere ndr) ha dimenticato che proprio il suo Pd ha gestito in modo forsennato il verde e portato a termine gli appalti per la realizzazione delle piste ciclabili mignon, che iniziano davanti all'Hotel de la ville e finiscono venti metri più in basso. 

Deve studiare meglio le battute.

Giudizio finale: affidiamoci al televoto.