Whirlpool ha annunciato a sorpresa di voler «cedere a terzi» lo stabilimento di Napoli. Nel comunicato si legge che l’azienda «intende procedere con la riconversione del sito e la cessione del ramo d’azienda a una società terza in grado di garantire la continuità industriale allo stabilimento e massimi livelli occupazionali». L’annuncio è stato dato ai sindacati nel corso di un incontro sul piano industriale e riguarda circa 430 occupati.Chiesto un incontro urgente al Mise e intanto scatta lo sciopero tra delusione e rabbia dei lavoratori.

Oltre alla chiusura di Napoli, Whirlpool ha riconfermato per i siti di Cassinetta di Biandronno (polo Emea per i prodotti da incasso per le categorie freddo e cottura), Melano (hub regionale per i piani cottura ad alta gamma) e Siena (dedicato alla produzione di congelatori orizzontali) la specializzazione in atto e i volumi produttivi e occupazionali previsti dal piano industriale firmato lo scorso ottobre. Confermato anche il trasferimento a Comunanza della produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia. Il sito, fa sapere l’azienda, beneficerà quindi di un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800 mila unità. Nei prossimi giorni, Whirlpool lavorerà con le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e nazionali per definire tutti i dettagli e le tempistiche della riconversione, che saranno resi noti non appena possibile.

Immediata al replica dei sindacati come la Fiom che commenta; “Inaccettabile stop Napoli, immediato lo sciopero. La multinazionale rispetti il piano industriale firmato al ministero. Noi non ci stiamo ai licenziamenti per delocalizzazione, dal momento che, tra l’altro, l’azienda usufruisce di tutto il sostegno possibile attraverso gli ammortizzatori sociali per la riorganizzazione dopo l’acquisizione di Indesit. Ora basta!» dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil.
La delegazione sindacale dei lavoratori Whirlpool è al Mise in attesa di avere risposta sulla richiesta di un incontro a cui partecipi anche il Ministero dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, riferisce Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, durante una pausa dell’incontro con tecnici del ministero, dopo l’annuncio dell’azienda di voler vendere lo stabilimento di Napoli

Sul caso interviene anche il sindaco De Magistris. «Napoli non può permettersi la perdita di 430 posti di lavoro, non può farlo dopo che l’azienda Whirlpool ha sottoscritto, solo sei mesi fa, un piano industriale che prevedeva investimenti fino al 2021 e l’aumento di ore di lavoro nello stabilimento napoletano come in quello di Carinaro; la vertenza riguarda inoltre anche 140 lavoratori dell’indotto nell’avellinese» sostengono in una nota congiunta il sindaco Luigi de Magistris e l’assessore al Lavoro Monica Buonanno. «È urgente e necessario che il Mise apra le porte a questa dolorosa vertenza e che riconosca la necessità del lavoro come una priorità del Mezzogiorno», concludono de Magistris e Buonanno.

«È stato stralciato l’accordo che la stessa multinazionale aveva firmato lo scorso 25 ottobre, un atteggiamento non tollerabile. Quanto è successo con l’azienda Whirlpool è molto grave, perché a seguito della decisione unilaterale della multinazionale viene chiuso lo stabilimento di Napoli non tutelando i 430 lavoratori coinvolti. Inoltre, viene deliberatamente stralciato, sempre in via unilaterale, l’importante accordo firmato lo scorso 25 ottobre al ministero dello Sviluppo economico. Un accordo in cui la stessa azienda si impegnava nel nostro Paese con un piano industriale triennale da 250 milioni di euro. Quello che si prefigura è dunque una deliberata violazione di quanto firmato dalle parti, firma a cui è seguita la concessione degli ammortizzatori sociali che avevano lo scopo di supportare il piano industriale. Il ministero dello Sviluppo economico è pronto a rimettere in discussione l’intero piano industriale, chiedendo spiegazioni urgenti all’azienda e tutelando al 100% tutti i lavoratori coinvolti. Lavoratori che sono, e rimarranno sempre, la priorità del Ministero guidato da Luigi Di Maio. Per queste ragioni si è deciso di convocare un tavolo sulla situazione il 4 giugno, a partire dalle ore 15». È quanto si legge in una nota del Mise.