Benevento

Chiuse le urne, raccolti i voti e poi i vuoti (intesi come le bottiglie stappate da chi ha vinto le elezioni, nel caso delle comunali) è possibile tracciare un bilancio nel Sannio, tra Europee e Comunali.
Nel primo caso non vince nessuno sul territorio: vince la Lega, certo, ma è chiaro che sul 27,8 per cento e sui 35mila voti guadagnati dal Carroccio (20 per cento in più e boom da 30mila voti rispetto a un anno fa) pesa per il 95 per cento il traino nazionale e forse per il 5 per cento il lavoro della classe dirigente locale. Eh già perché a parte Ricciardi, al lavoro da un anno sul progetto Lega molti altri, reduci da altre esperienze nel centrodestra, hanno semplicemente preso il biglietto per salire sull'autobus. E' ora, nel momento in cui si dovrà gestire il peso di essere il primo partito della provincia, che si misurerà la classe dirigente leghista sannita.


Perdono i Cinque Stelle, sicuramente: per quanto siano il secondo partito nel Sannio, primo in molti centri, l'emorragia di voti rispetto alle politiche è pesante.
Al netto dell'affluenza diversa, che registra circa 20mila elettori in meno tra le Europee e le Politiche del 2018, il calo è evidente: nel 2018 alla Camera il Movimento aveva preso complessivamente 70367 voti (raggruppando tutti i comuni sanniti che nel 2018 erano spacchettati in tre collegi) raggiungendo il 45 per cento: oggi i Cinque Stelle si fermano a 35mila voti, dimezzandoli di fatto rispetto al 2018. Sono tuttavia l'unico partito che elegge un parlamentere europeo sannita: l'uscente Pedicini.

Non è cattivo, ma neppure da stappare lo champagne, il dato di Mastella: Forza Italia prende 20mila voti ed è al 16,3 per cento, una delle percentuali più alte del partito di Berlusconi che non vive certo il suo periodo migliore, ma solo un anno fa, alla Camera, solo nel collegio Benevento (monco dunque di una decina di comuni fortorini e di Pannarano) il partito ne prendeva 28mila e arrivava al 20,5 per cento. Da considerare che nell'ultimo anno il peso di Mastella è comunque cresciuto nel Sannio, conquistando la Rocca ad esempio e portando dalla sua altri sindaci.
E' quarta dunque Forza Italia nel Sannio, terzo, con una manciata di voti in più è il Pd, che tuttavia non aveva candidati sul territorio e non ha fatto granché campagna elettorale. Anche i dem perdono qualcosa in termini di voti: 20700 in questa tornata 23mila lo scorso anno. Crescita infine per Fratelli d'Italia: che guadagna un migliaio di voti rispetto allo scorso anno.


LE COMUNALI. Dati abbastanza sorprendenti invece quelli delle comunali. Sorprendenti perché in un territorio tradizionalmente conservatore e poco avvezzo ai ribaltamenti 10 comuni su 27 che cambiano verso, in alcuni casi in maniera clamorosa sono tanti:accade a Colle Sannita dove finisce la lunghissima era Nista, ad Amorosi dove perde l'uscente Di Cerbo, o a Torrecuso dove né l'uscente Cutillo né il consigliere regionale Mortaruolo (il più votato nel suo comune) riescono a vincere la partite. Non vince ad Apice la compagine diretta espressione della maggioranza uscente, né ad Amorosi, né a Tocco Caudio. Perdono i sindaci uscenti a Pannarano, Montefalcone, San Marco dei Cavoti. A Paolisi invece la maggioranza non si è proprio presentata.


Da non sottovalutare poi il dato di Sant'Agata de'Goti dove il Pd alle Europee finisce addirittura quarto dietro Lega, Cinque Stelle e Forza Italia, mentre come sindaco vince Giovannina Piccoli, diretta espressione di Carmine Valentino, alla guida del comune per dieci anni e con diverse vicissitudini tra il caso ospedale e la dichiarazione di dissesto.
Conferme importanti poi per Iacovella a Casalduni, mastelliano e presidente Ato, nonostante avversari molto agguerriti, per Nino Lombardi, altro sindaco fedelissimo di Mastella, a Faicchio, per Antimo Lavorgna a San Lorenzello e per Maturo a Cusano Mutri.