Avellino

Luca Cipriano, con 10mila e rotti voti, è l'uomo da battere. A sfidarlo al ballottaggio sarà Gianluca Festa, forte dei suoi 9mila voti. Per gli altri ora è soltanto attesa ed, eventualmente, apparentamenti ufficiali o sostegno sottobanco. 

Solo Dino Preziosi esce a testa alta, migliorando il voto europeo di qualche punto percentuale (arriva al 10,50%), ma ancora troppo pochi i suoi consensi per rappresentare un vero pericolo per Cipriano e Festa. Il rammarico, lui spiega, è aver portato il centrodestra diviso. Ma anche sommando i voti della Lega (la candidata Biancamaria D'Agostino chiude con le ossa rotte, dilapidando quasi 18 punti percentuali rispetto ai voti ottenuti dal partito alle Europee) avrebbe potuto fare ben poco.

Per i 5Stelle è una Caporetto rispetto ai voti raccolti con le Europee: il dissanguamento è pari a 15 punti percentuali. Inatteso? Macché. Avere fra le mani il primo partito, capace di fare cappotto alle Politiche, confermarlo alle Europe, e trasformare tutto questo in una comparsata senza né capo né coda ha una sola, grave responsabilità: la gestione che ha voluto imporre al Movimento 5 Stelle il sottosegretario Carlo Sibilia. E l'idea che tutto gli fosse dovuto, anche calando dall'alto figure poco rappresentative, sbiadite al punto tale da non fargli ombra.

Il Pd e Laboratorio Avellino (lista del consigliere regionale Petraccas, quello dello strappo con De Mita) alla fine si sono portati sul groppone Mai Più di Cipriano, che come consensi si attesta soltanto al terzo posto. Doveva essere l'outsider, l'arma in più. Invece.

Gianluca Festa, al contrario, dimostra di essere una macchina elettorale perfetta, in grado di battere anche quella rodata e sgamata di Livio Petitto, ex presidente del Consiglio comunale di Avellino, pupillo in Irpinba del deputato Del Basso De Caro. La lista Davvero sfonda il muro delle tremila preferenze, mentre Ora Avellino si ferma a 2.859 voti.

Sia Gianluca Festa sia Livio Petitto hanno raccolto più consensi di Cipriano. Quest'ultimo, dopo aver sparato ad alzo zero contro tutti, proponendosi come il nuovo che avanza, avrà poco margine per trascianare dalla sua parte, tra due settimane, chi ha bollato come vecchio, inadeguato e mestatore.

Il 7,31 per cento di Amalio Santoro conferma un dato triste: a una persona perbene (... meglio comunista che zuppista...)  questa città offre solo un posto tra i banchi dell'opposizione.