Calitri

A pochi giorni dal pronunciamento di voto, gli opinion leader calitrani non sono in grado di tracciare una proiezione sull’esito delle elezioni. L’unico dato politico acclarato è l’uscita di scena del centro destra, che a Calitri ha sempre rappresentato circa il 60 per cento dell’elettorato. “Ma il voto oggi è mobile” spiegano gli osservatori esterni. “Chi è fuori dalla competizione non ha interesse a pilotare i voti e non esistono i pacchetti da consegnare o meno nelle mani di un candidato: oggi non è possibile orientare i voti se non si è candidati in prima persona. Lo scenario è confuso e chi vincerà le elezioni sarà per pochi voti di scarto”.

Stando alle indiscrezioni dunque, il paese sarebbe diviso. L’assenza sulla scena del sindaco uscente Tonino Rubinetti e dell’avvocato Donato Frasca hanno rubato la scena ai candidati e alle liste ufficiali solo inizialmente. Fuori dalla competizione anche l’ex capogruppo di minoranza in quota Udc Giuseppe Di Milia, così come Canio Galgano, indicati come massima espressione del partito che avrebbero dovuto ricostruire il “grande Centro” e ridimensionare il peso del Partito Democratico in paese. Le candidature ufficializzate dell’asse Sel- Pd e del “movimento Calitri Pulita”, intanto, non connotano un rinnovamento del voto di opinione.

Cade in errore anche chi pensa o abbia pensato che il braccio di ferro si consumerà fra le forze di centro sinistra e la sinistra; così come potrebbe non corrispondere al vero immaginare che la propaganda elettorale sarà concentrata sul raggiungimento di accordi “sottobanco” con le rappresentanze dell’Udc. Mentre il candidato sindaco della lista Pd-Sel promuove aperture e dialogo con tutte le forze, lasciando intuire la volontà di disegnare una strategia di avvicinamento fra Pd e Udc (come annunciato a livello regionale); il candidato di Calitri Pulita esclude trattative con esponenti di partiti, chiedendo la partecipazione dei cittadini.

Elisa Forte