Un giudice si è dovuto astenere per un rapporto di parentela con il pubblico ministero che ha condotto le indagini. Risultato: il processo dovrà essere assegnato ad un'altra sezione e la seduta è stata rinviata di una settimana. Colpo di scena nella prima udienza dibattimentale nell'aula del tribunale di Napoli Nord dove è in corso il processo a carico di Lazzaro Cioffi, il carabiniere casertano arrestato per corruzione e spaccio di droga con l'aggravante del metodo mafioso.
In virtù del rapporto familiare, il processo cambierà sezione. Come si ricorderà, il brigadiere di Casagiove è accusato dall'Antimafia di Napoli di aver passato informazioni riservate sulle perquisizioni al boss del Parco Verde di Caivano, Pasquale Fucito. "Soffiate" girate ad esponenti del clan Ciccarelli per vanificare le indagini quando Cioffi prestava servizio al nucleo investigativo di Castello di Cisterno.
Non è però l'unica grana giudiziaria per Lazzaro Cioffi: la procura di Salerno infatti lo ritiene direttamente coinvolto, insieme ad almeno un'altra persona che però non è mai stata identificata, nell'omicidio del sindaco di Pollica Angelo Vassallo.