Prendete un bel respiro innanzitutto. Spegnete il cellulare, il pc, qualsiasi aggeggio vi connetta ai social: non scrivete nulla, non subito, non a caldo se succede.
Mettetevi comodi e pensate: se Sarri va alla Juve cosa accade? Innanzitutto, può accadere? Potrebbe, Gazzetta lo dà in pole e se le pole sono come le griglie scudetto si può star abbastanza tranquilli, ma detto ciò, da Londra non arrivano smentite e conoscendolo, come ricordano i portavoce di “Sarrismo Gioia e Rivoluzione” al momento con una finale da giocarsi Sarri non parlerebbe manco con la sorella, è notorio.
In assenza dunque di Maurizio che va in conferenza con la sua foto dello scorso anno prima di Juve – Napoli, in pullman, rivolto verso un loro tifoso con una falange svettante e superba è lecito aprire alla possibilità che accada. E se accade?
Se accade il problema non è vostro, non è dei sarristi: tre anni restano, resta quanto di bello visto, resta la gioia, la soddisfazione, l'appagamento estetico che permane tutt'oggi, nel ricordo proustiano. Non è Higuain. Tutt'altro. Dunque non insultatelo, se accade: sarebbe stupido, vi prendereste colpe che non sono vostre. Vostro è il ricordo dell'idillio, il petto in fuori per tre anni belli, spavaldi, rivoluzionari.
Per contro lo avrebbe Maurizio un problema da giustificare: non è Higuain, ma come Higuain viene pagato per far gol, da chicchessia, lui viene pagato per far fare gol, da chicchessia. Giusto, ma c'è un problema: non è Higuain quello che ha avuto gli striscioni “Sarri uno di noi” durante tutta la permanenza napoletana e anche dopo, non è Higuain che ha lanciato messaggi d'amore parlando di “un unione difficile da spiegare e che resterà sempre nel cuore”. Tralasciando accuse, dito medio e altro. Ma sono, sarebbero, problemi di Sarri, non dei sarristi.
Che pure però si toglierebbero qualche soddisfazione, i sarristi eh. Eh già: vedere gli ex inquisitori dell'arte circense disfare le pire e giurare su Dio e su Zeman che hanno sempre adorato pagliacci, elefanti, domatori e che appena vedono un tendone si commuovono. Vedere i cantores del “vincere è l'unica cosa che conta” esaltare il 4-3-3 e la bellezza del sarrismo, ritrattando persino la dannosità del tabacco in onore di Zeman e Sarri avrebbe un bel sapore.
Pensare, inoltre, che tra vittorie e trionfi uno come Nedved abbia disfatto tutto per Sarri, ricordare che uno come Marotta si svenò per Higuain, che Paratici farebbe carte false per Koulibaly e che qualcuno già si lustra le mani immaginando un sarrismo bianconero fa quasi sorridere e ritornare in mente un motivetto: “Io sono il tuo sogno eretico, ammettilo, sono il tuo sogno eretico”.