Apice

Tutto sull'onda dell'ironia in una condivisione con il pubblico che si è sentito parte integrante di una serata perfetta, temperature a parte. Faceva freddo, ieri sera ad Apice dove Fabio Concato ha tagliato il nastro dell'edizione 2019 di “Riverberi - Appia in Jazz” (la tappa di Forchia fissata al 12 maggio è stata infatti rinviata al 16 giugno causa maltempo). Il festival ideato e diretto dal jazzista Luca Aquino ha dunque 'vissuto' la sua prima nella suggestiva cornice del Castello dell’Ettore, immerso nel fascino di Apice vecchia, la città fantasma.

Una “bella piazza” per Concato che durante la sua esibizione ha reso chiaro il suo legame con la dimensione live. “Scendo tra voi – ha detto durante la sua “passeggiata” tra gli spettatori per sentire quel che sentite”. Insomma ha voluto rendere chiaro quel rapporto con il pubblico che è il contrario del divismo e dell'imitazione ma è scambio e partecipazione, passione per una musica inconfondibile, anche nella sua nuova chiave jazz.

E' così che Fabio Concato ha reinterpretato i suoi brani più amati con Paolo Di Sabatino Trio (Paolo Di Sabatino piano, Marco Siniscalco basso, Glauco Di Sabatino batteria). Il loro progetto live segue l'album 'Gigi', con gli arrangiamenti di Paolo Di Sabatino. Ed è proprio l'amore del pianista per le canzoni di Fabio Concato il motore di questo progetto.

Spazio dunque alle atmosfere romantiche e poetiche ma anche divertenti e irresistibili cominciando da “E' festa” per finire con “Rosalina”. Al centro la meraviglia di “Guido piano”, “Speriamo che piova”, “Sexy Tango”, “E ti ricordo ancora”, “Domenica bestiale”, “Fiore di maggio”.
Ad aprire il concerto dell’artista meneghino Ettore Patrevita e Simone Ielardi.