Sant'Agata de Goti

“Siamo stanche, distrutte. Ma non molliamo”. Pina De Masi appare provata. E' scesa da pochi istanti dal Campanile della Chiesa della SS. Annunziata al quale questa mattina si è incatenata insieme a Margherita Rossano per rilanciare la protesta per l'Ospedale Sant'Alfonso Maria de Liguori di Sant'Agata de Goti quando si sfoga ai nostri microfoni: “Ci ferisce l'indifferenza alla nostra protesta. Lottiamo per quest'ospedale che non è solo nostro è di tutti, ma ci stanno lasciando sole. Dalla politica, per ora, abbiamo avuto solo chiacchiere e promesse vane. Non siamo disposte a tollerare ancora prese in giro”.
Le due donne hanno deciso di interrompere il loro gesto solo dopo la mediazione degli agenti, Digos e Carabinieri sono intervenuti sul posto, e per permettere lo svolgimento di un matrimonio programmato nella stessa chiesa.
Sono venute giù dal campanile solo con la promessa di un incontro in Prefettura, già previsto nelle prossime ore.
Rimane invece occupato Palazzo San Francesco sede del Comune di Sant'Agata dei Goti dove da ieri mattina altre attiviste del Comitato Civico spontaneo 'Curiamo la vita' hanno deciso di incatenarsi. “Non ci muoviamo da qui, siamo disperate. Chiediamo risposte sul nostro ospedale e la data di quell'incontro che ci è stato promesso tanto tempo fa tra il Ministero della Salute e la Regione”.

Una protesta che cerca di sensibilizzare anche la cittadinanza con l'invito ad una manifestazione silenziosa indetta per domani pomeriggio, nel giorno della Liberazione. “Aspettiamo tutti qui sotto, dalle 16 – spiega la presidente del Comitato, Mena Di Stasi – per urlare in silenzio il nostro dissenso e combattere l'indifferenza. Vogliamo ricordare a tutti che siamo in protesta dallo scorso 30 marzo, trascurando le nostre famiglie e i nostri bambini ma l'ospedale è essenziale per tutti”.

Le donne hanno ripreso anche lo sciopero della fame e sono intenzionate a proseguire. Sui loro volti la disperazione ma anche la fermezza di chi combatte una battaglia troppo importante.