Casapesenna

“Mi ha liberata dal diavolo il giorno dell'Immacolata. Da quel momento, ho ricevuto un dono, sono stata il tramite della Madonna. Vedevo me stessa dal di fuori, parlare con voce d’altri»”. In abiti da suora, anche se quell’ordine cui appartiene non è mai stato riconosciuto, circondata dalle altre fedeli unite in preghiera davanti all'aula 13 del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ha testimoniato la piccola veggente di Casapesenna, chiamata in aula ieri nel processo a carico di Don Michele Barone, il parroco del Tempio di Casapesenna, sospeso dal vescovo e in carcere da più di un anno per l'accusa di violenze sulle sue adepte durante i famosi esorcismi che avvenivano nella piccola chiesa della Madonnella. Il caso scoppiò dopo che le Iene avevano mandato in onda un servizio in cui si vedevano le violenze che una ragazzina di 13 anni avrebbe subito perché “posseduta dal demonio”. Pratiche che avvenivano davanti ai genitori consenzienti, anche loro finiti agli arresti. Tutti erano soggiogati da questo prete dal grande fascino,

che partecipava spesso a trasmissioni televisive (da Rai Uno a Canale 5) per i suoi contatti con le veggenti, a partire da Medjugorie. L'uomo è stato arrestato dopo la denuncia della sorella più grande della 13enne, ma la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva cominciato a indagare da quando un ragazzo di Maddaloni si uccise e venne fuori che don Michele aveva praticato “esorcismo” anche su di lui. E poi c’erano anche altre due “vittime” di don Michele, che hanno denunciato violenze sessuali. Cinque casi sono stati appurati dalla Squadra Mobile: le lesioni sarebbero state confermate anche dalla documentazione sanitaria acquisita.

Ma a difesa del prete si sono levate decine di fedeli di Casapesenna e non solo. Coloro che frequentavano Il Tempio innanzitutto, con la “piccola veggente” in primis, che ieri è stata chiamata a testimoniare a porte chiuse nell'aula del tribunale casertano. La ragazza, che quando ha ricevuto “Il dono” era minorenne, ha parlato ai giudici delle sue visioni, e ha lanciato pesanti accuse nei confronti delle altre che hanno denunciato le violenze.

Lei, che ritiene di poter parlare con la Vergine Maria, anzi di essere il suo tramite, ha ringraziato Don Michele per averla liberata dal demonio e averle fatto il dono della veggenza. Le sue esperienze mistiche sono andate avanti, ha raccontato, anche dopo l'arresto di Do Michele, come se dal carcere dove il prete è rinchiuso potesse continuare ad avere una sorta di influenza positiva sulla sua adepta.

 

Secondo gli inquirenti invece il prete che frequentava i salotti televisivi di Barbara D'Urso si fingeva esorcista e usava i rituali per praticare violenze su quelle ragazzine e in alcuni casi approftarsi di loro costringendole a rapporti orali. Violenze che secondo l'accusa sarebbero andate avanti per mesi, con il beneplacito dei genitori in alcuni casi.

Anche Maria la piccola veggente era tra quelle giovani indemoniate affidate al prete dalla sua famiglia. Ma lei ritiene di aver avuto a che fare con un santo. E che tutta la vicenda sarebbe frutto di una congiura contro Don Michele.

Nell'aula 13 del Tribunale la ragazza ha sostenuto che durante i rituali esorcistici Don michele non ha mai picchiato nessuno anzi esortava i suoi adepti durante le “preghiere di guarigione” a non toccare le persone indemoniate “per evitare che il diavolo si eccitasse”, queste le sue parole. 

La veggente di Casapesenna non è l’unica a difendere Don Michele Barone. Decine i fedeli che si sono presentati in questi ultimi mesi in tribunale con corone e crocifissi per pregare per il prete.

Come aveva annunciato all'inizio di questa brutta storia l'avvocato Carlo Taormina che per primo assunse la difesa del prete esorcista (revocata dallo stesso Don Michele dopo circa un anno di carcere), si vuole “dimostrare l'esistenza del demonio in una laica aula di tribunale”. Con questo processo va in scena l'eterno scontro tra Stato e Chiesa. “Ci troviamo di fronte alla configurabilità degli esorcismi come qualcosa di contrario al codice penale, invece la per la Chiesa è una pratica assolutamente legale e legalizzata” aveva dichiarato il noto legale che ha difeso la mamma di Cogne e Silvio Berlusconi(qui l'intervista realizzata per La Linea).

A chiudere l'udienza è stato il padre della giovane veggente che ha spiegato di essersi rivolto anche lui al prete, come altri genitori di Casapesenna per curare la figlia “indemoniata”. I video delle preghiere di guarigione tuttavia non sono più disponibili, sarebbero stati cancellati. Sia la ragazza che il genitore sono stati chiamati dal collegio difensivo oggi composto dagli avvocati Carlo De Stavola, Giuseppe Stellato, Umberto Pappadia, Camillo Irace e Maurizio Zuccaro. Le vittime delle violenze sessuali si sono costituite parte civile al processo assistite dagli avvocati Rossella Calabritto e Luigi Mordacchini.