Capaccio

Mentre sono ancora vive le immagini del rogo di Notre Dame a Parigi, Paestum punta sulla conservazione e sul restauro del tempio di Athena, patrimonio Unesco dal 1998, grazie al contributo di finanziatori privati, attenti a preservare la memoria del passato della colonia magno-greca di Poseidonia-Paestum. Si tratta di un intervento di manutenzione straordinaria che ha trovato il sostegno economico di due imprenditori mecenati che hanno uitilizzato le opportunità messe a disposizione dalla misura "Art Bonus" del MiBAC.

A dieci anni dall'ultimo grande restauro, si torna a lavorare: le operazioni in programma permetteranno la rimozione puntuale dei sedimenti tra le lastre di travertino per evitare la crescita continua di vegetazione infestante, dannosa per la struttura; mentre, per quanto riguarda i lavori sulle parti alte, è prevista la manutenzione della guaina che protegge la struttura dalle infiltrazioni d’acqua piovana e delle parti metalliche inserite nel corso del tempo e non più eliminabili.  

"Ci aspettiamo, grazie a questo intervento - ha dichiarato il direttore Gabriel Zuchtriegel - di avere al più presto un quadro aggiornato ed esaustivo delle attuali condizioni dell’Athenaion e di tutte le sue componenti, in modo tale da avere a disposizione ulteriori dati scientifici per garantire la conservazione della struttura templare anche grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie informatiche. Preziosa è stata la generosità dei finanziatori locali. Ci auguriamo che queste forme di cooperazione con il settore privato possano aumentare; con queste donazioni possiamo garantire interventi di manutenzione costanti sui tre templi meglio conservati della Magna Grecia".

Ma l’attenzione del Parco non si esaurisce solo nei restauri del tempio di Athena: "Sono attualmente in corso, infatti, dei progetti di ricerca che interessano l’intero Santuario settentrionale, di cui il tempio dorico è il monumento più importante. In collaborazione con l'Università di Colgate (USA), si faranno dei carotaggi per investigare la storia del sito archeologico e del territorio fino alle più antiche ere geologiche. I risultati di questa ricerca contribuiranno anche a delineare il quadro sui cambiamenti climatici della Piana del Sele, oggetto della mostra “Poseidonìa”, in programma al Museo di Paestum per il prossimo settembre - fanno sapere dal Parco archeologico - . Continua la collaborazione scientifica anche con l’Università degli Studi di Salerno: dopo la campagna di scavo dello scorso settembre volta a ricostruire il paesaggio sacro nelle sue trasformazioni cronologiche, l’équipe salernitana è attualmente impegnata nella realizzazione di indagini non invasive con georadar per indagare il sottosuolo e indirizzare l’apertura di nuovi saggi in prossime campagne di scavo".