Eboli

Condannati a tre anni e sei mesi ciascuno Cosimo Maiale (fratello del boss Giovanni) e  Antonio D’Amato (genero di Maiale). Quattro mesi la pena inflitta alle conviventi dei due. I quattro finirono nei guai nell’ottobre del 2018 con l’accusa di furto e minaccia aggravata. 

Secondo l’accusa, Maiale (che finì in carcere) e D’Amato (ai domiciliari) insieme alle due donne, (denunciate) al fine di trarne profitto, si sarebbero impossessati dell’incasso giornaliero di una slot machine, pari a 3.150 euro, all’interno di un bar di Santa Cecilia di Eboli. Uno dei due fu anche trovato in possesso di uno strumento in ferro, utile ad aprire e forzare la gettoniera delle slot machine.

I due, successivamente al furto, avrebbero minacciato il titolare del bar di gravi ed ingiusti danni, qualora avesse chiamato i carabinieri; in particolare Cosimo Maiale, con la frase “Ma tu lo sai chi sono io? Io sono Cosimo Maiale”, aveva ricordato l'appartenenza, anche familiare, allo storico clan, commettendo così la minaccia, utilizzando il “metodo di stampo camorristico”.