Può il gestore di una pagina istituzionale insultare o rispondere male agli utenti che chiedono informazioni, seppur spesso in maniera pedante, maleducata, in una lingua molto distante dall'italiano?
E' quanto accaduto sulla pagina dell'Inps che come prevedibile in questi giorni è stata letteralmente presa d'assalto dalla vastissima platea dei richiedenti il reddito di cittadinanza.


Le domande e i commenti polemici, spesso stupidi, magari irritanti, sulla pagina istituzionale hanno generato tutta una serie di risposte maleducate e tutt'altro che istituzionali, spesso andando sul piano personale: a chi paventava difficoltà nel richiedere il Pin per verificare la propria situazione veniva risposto “Se è in grado di farsi un selfie con orecchie da coniglio (evidentemente il gestore aveva visualizzato le foto dell'utente ndr) è anche in grado di chiedere un pin”.


E ancora, in polemica con qualcuno altrettanto polemica: “Prendetevela coi politici che fanno le leggi, non con Inps che le applica”.
E' del tutto evidente, tuttavia, che tra chi paventa situazioni assurde (reddito di cittadinanza richiesto a settembre), chi scrive domande poco comprensibili, e i numerosissimi troll che complicano le cose sfottendo utenti poco avvezzi all'uso della tecnologia e della burocrazia, in questi giorni vestire i panni di chi, interno ad Inps perché dalla pagina si legge che a rispondere è personale interno, è chiamato a gestire questa mole di messaggi, a doverli tradurre, a dover gestire le informazioni sbagliate dei troll (tipo, a chi non ha il Pin “Usa il pin del telefono” ecc. ecc.) sia veramente complicatissimo. Ma bullizzare gli utenti, prenderli in giro o commentare le loro foto appare decisamente sgraziato.