“Dal vivo è atroce, angosciante”. Sembra quasi non trovare le parole Antonio Mocciola, scrittore e giornalista napoletano presente a Parigi durante il drammatico incendio al ‘Notre dame’. Proprio lui che con i suoi libri si è dedicato al racconto dei luoghi più belli del nostro Paese si è ritrovato suo malgrado a dover testimoniare una catastrofe storica, l’incendio di uno dei luoghi di cultura più importanti al mondo.
Mocciola era nella capitale francese per lavoro, ma anche per far visita alla sorella e stava proprio rientrando da un’intensa giornata lavorativa quando si è davanti al rogo che ha avvolto il Notre Dame. “Spesso si è testimoni del tempo in modo assolutamente casuale – racconta Mocciola – come accaduto a me ieri mentre venivo via da Jardin Des Plantes dove sto lavorando a un progetto teatrale, dove vengo spesso anche perché c’è mia sorella. Frequento moltissimo la capitale francese e ne ho assorbito gli umori in questi anni così difficili. Ieri è stato colpito un simbolo della città e forse dell’intera Francia, ma anche della spiritualità occidentale e cattolica che pur non appartenendomi riconosco e amo come simbolo ovviamente oltre che come monumento”.
Drammatici nel racconto dello scrittore campano i momenti che dal fumo hanno portato alla fiamme, gli umori e la paura vissuta in quei momenti: “Vedere ieri il fumo partire da lì mi ha subito colpito il cuore, anche se non pensavamo sarebbe andata così. Abbiamo visto tante persone venire verso di noi, in modo composto ma anche estremamente preoccupato. Poi abbiamo visto partire le fiamme dal tetto e poi raggiungere la guglia. Si è subito pensato a cosa fare.
Purtroppo è andata sempre peggio e quando è finito il tramonto ed è calato il buio è diventato ancora più atroce vedere una città con il fiato sospeso. Tutti temevano per la facciata e quello splendido rosone, per le torri che invece sono sopravvissute, ma finché stanotte non è arrivata la comunicazione ufficiale da parte dei vigili del fuoco che parte della struttura era salva l’angoscia è stata forte”.
Oggi un risveglio dal sapore amaro con una città ancora sconvolta: “Questa mattina ci siamo svegliati tutti un po’ attoniti a Parigi, ma come credo nel resto del mondo. Si è perso o comunque sciupato un simbolo forte, importante, identitario. Quello che sconvolge i parigini è il fatto che probabilmente ci sia un errore umano alla base del tutto. Ma ho visto tanta compostezza, tanto ordine e sobrietà nel vivere un dolore forte”. E mentre il mondo si interroga su quanto accaduto ieri sera a Parigi, nella capitale francese già si pensa al futuro: “E’ già partita una grandissima solidarietà da parte di tutto il mondo, ma i francesi si rimboccheranno le maniche e la cattedrale sicuramente sarà ricostruita. Non c’è dubbio però – conclude Antonio Mocciola – che ieri è stato un momento di quelli che nessuno di noi che stava vivendo a Parigi dimenticherà mai”.