Sant'Anastasia

 

«Anatomia del Miracolo» è un film del 2017, è stato presentato al Festival di Locarno e al Festival dei Popoli, nel 2018 ha ricevuto il prestigioso premio de les Étoiles de la Scam. Ha girato in Italia e all’estero. Ora finalmente torna a casa.

«Sì, torna a casa, dove tutto è iniziato» - dice Giusy Orbinato, una delle tre protagoniste femminili. Torna per la proiezione nel Santuario di Madonna dell’Arco – alle 20,30 di martedì 16 aprile nell’aula polifunzionale intitolata a San Giovanni Leonardi, ingresso gratuito.

E Giusy ci sarà, con padre Alessio Romano, rettore del Santuario Mariano, che ha voluto fortemente questo evento. «Credo sia giusto possa assistervi il popolo che quotidianamente frequenta il Santuario  - dice padre Alessio – e sono d’accordo con Giusy quando dice che è finalmente tornato a casa, darà a tutti una profonda emozione».

Non è un caso che si sia deciso per la proiezione a ridosso del giorno più importante per il Santuario, il grande pellegrinaggio del Lunedì in Albis. «Il popolo dei “battenti” è meraviglioso, sembra di sentire il loro abbraccio e questo evento è per noi tutti, per me in particolare, una grande soddisfazione» - dice Giusy Orbinato.

 

Nel film «Anatomia del Miracolo» prodotto in Francia con il titolo originale di «Le Bleu miraculeux», documentario con la regia di Alessandra Celesia, ci sono tre personaggi femminili che non si incontrano mai.

Un’antropologa, Giusy, che ha studiato a fondo i culti mariani e che narra la sua disabilità e la sua vita all’ombra del Santuario di Madonna dell’Arco; la transessuale Fabiana, devotissima alla Vergine, a capo di un’associazione di fedeli alla Madonna di giorno e prostituta di notte; e infine Sue, pianista coreana che vorrebbe diventare madre e che ha smarrito la strada ma tenta attraverso la musica di comprendere i significati di una cultura lontanissima dalla sua. Ogni personaggio è una metafora delicata ma la protagonista è lei, la Vergine dell’Arco.