Avellino

C'è una cospicua parte del Pd di Avellino che mentalmente ha già chiuso la partita su Luca Cipriano. Una scelta che il segretario Di Guglielmo sembra aver abbracciato, nonostante i se e i ma posti dal segretario regionale, Leo Annunziata.

L'unità del Pd e la formazione di una coalizione convinta e seria del centrosinistra sono condizioni basilari affinché poi si possa aspirare ad un qualsiasi risultato.

Se questo è l'assunto, ovvero presentarsi almeno per raggiungere il ballottaggio, allora non si capisce in nome di quale unità stia agendo il segretario Di Guglielmo, visto che sulla scelta di Cipriano sta per perdere metà dei circoli cittadini e gran parte della coalizione di centrosinistra.

A parlarsi francamente, numeri per numeri, sarebbe Gianluca Festa il candidato del Pd, visto che Luca Cipriano porta in dote un voto di opinione che è volatile e che tale essendo in una tornata elettorale contestuale alle Europee (dove a fare da traino è la pancia e non l'interesse spicciolo) potrebbe perdere appeal.

Il punto vero è un semplice calcolo. Se si va o meno al ballottaggio. Avellino ha già dimostrato che, priva dei legami che si saldano con il candidato di bottega, segue l'onda emozionale: se si mettessero insieme 5Stelle e Lega, per quanto poco rappresentativi i candidati scelti, potrebbero sbancare al primo turno.

Meno male non si parlano. L'arrocco dei 5Stelle li isola, non li annulla. Sono una realtà che ha un peso. Quella guidata da Cipriano appare un comodo ripiego ma potrebbe rivelarsi come la monicelliana armata messa in piedi da Brancaleone.