San Salvatore Telesino

Rinviate a data da destinarsi le operazioni in programma dal 17 aprile, quando era stata prevista la riesumazione, necessaria alla successiva autopsia, della salma di  Maria, 9 anni, rumena, che il 19 giugno 2016 era stata trovata senza vita, morta annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.

I periti ai quali il gip Giuliana Giuliano ha affidato, nell'incidente probatorio chiesto dal procuratore Giovanni Conzo, l'incarico di procedere all'esame autoptico e a quelli di natura genetica - i professori Cristoforo Pomara, Ciro Di Nunzio (con il chimico Aldo Di Nunzio) e Francesco Sessa- hanno infatti evidenziato alcuni problemi che hanno reso indispensabile lo slittamento delle attività: l'assenza, allo stato, di un elenco dettagliato del materiale biologico attualmente a disposizione, e il prelievo di campioni di più organi effettuato all'epoca durante l'autopsia curata dal professore Claudio Buccelli e dalla dottoressa Monica Fonzo, che rende complicato un ulteriore accertamento dello stesso tipo.

Lunedì scorso l'udienza dinanzi al giudice, nel corso della quale le parti avevano nominato i rispettivi consulenti: nessuno per il Pm, il professore Fernando Panarese e la criminologa Ursula Franco per Daniel, difeso dall'avvocato Salvatore Verrillo; i professori Tatiana Mangiullo e Marina Baldi, ed i criminologi Roberta Bruzzone e Nicola Caprioli, per il papà e la mamma della piccola, assistiti dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini.

Come è noto, dallo scorso gennaio l'accusa di omicidio è stata archiviata a carico di Cristina, sorella di Daniel, mentre è rimasta in piedi per il giovane, al pari di quella di violenza sessuale, quest'ultima contestata anche ai genitori della minore. E' quanto aveva deciso il gip Flavio Cusani, che aveva anche ordinato il prosieguo delle indagini per altri sei mesi. Di qui la richiesta di incidente probatorio della Procura, oggetto delle osservazioni dell'avvocato Verrillo.

"I periti hanno confermato - spiega il legale di Daniel - quanto evidenziato al giudice Giuliano: dopo tre anni la riesumazione non serve a nulla, nè per stabilire l'ora della morte, nè in relazione ad altre circostanze. Un no, il mio, motivato anche dalla pietà umana e dal rispetto che si deve alla bimba".