Sant'Angelo a Cupolo

Quelle telecamere erano costate a tutte l'accusa di interferenza illecita nella vita privata di un vicino; un'imputazione dalla quale sono state però assolte perchè il fatto non sussiste. E' la sentenza pronunciata dal giudice Anita Polito al termine del processo a carico di tre persone di Sant'Angelo a Cupolo – sono state difese dagli avvocati Donatella Parente, Nicoletta Pacifico e Salvatore Pignatiello-, residenti in una villetta bifamiliare.

Un immobile che nel settembre 2015 avevano dotato di quattro telecamere di videosorveglianza collocate nel cortile laterale e retrostante. Occhi elettronici puntati anche, quanto a visione, – sosteneva la Procura – sull'area di pertinenza della casa di un vicino, attraverso i quali sarebbero state riprese, indebitamente, immagini relative alla sua vita privata. Una denuncia aveva dato il là ad un'indagine sfociata nella fissazione di un processo che, come detto, si è concluso con l'assoluzione dei tre imputati.