Inizierà alle 17, all'obitorio del Rummo, l'autopsia di Mario Morgillo, 68 anni, e di suo genero, Andrea Romano, 49 anni, entrambi casertani, uccisi a colpi di fucile, nel pomeriggio del 31 marzo, in piazza Galilei, a Durazzano.
Ad eseguire l'esame sarà il medico legale Antonio Palmieri, che ha ricevuto l'incarico dal sostituto procuratore Marilia Capitanio, nel corso di un'udienza in cui le parti hanno nominato un proprio consulente: per Francesco D'Angelo (avvocato Valeria Crudo), 52 anni, di Durazzano, dall'alba del 1 aprile in carcere per il duplice omicidio, il dottore Luca Lepore; per i familiari delle vittime, rappresentati dagli avvocati Tiziana Fucci e Benedetta Masone, il dottore Vincenzo Climaco.
Sessanta i giorni a disposizione di Palmieri per depositare le sue conclusioni.
Come anticipato alcuni giorni fa, quando era comparso dinanzi al gip Gelsomina Palmieri, D'Angelo non aveva risposto alle domande ma aveva rilasciato alcune dichiarazioni spontanee. Sostenendo che quella domenica, dopo pranzo, si era accorto, mentre era a bordo del suo furgone, di essere seguito dalla Ford Focus sulla quale viaggiavano le due vittime. Preoccupato, aveva allertato i carabinieri, poi, non avendo più visto quella macchina, aveva pensato che tutto fosse tornato alla normalità.
Per questo si era fermato in piazza Galilei, nei pressi di un bar e della scuola media, dove, all'improvviso, si era trovato di fronte, peraltro contromano, la Ford Focus, che il conducente – aveva aggiunto- aveva parcheggiato in modo da sbarrargli il transito. Secondo D'Angelo, i due occupanti sarebbero scesi impugnando una pistola e lui, a quel punto, aveva fatto altrettanto, uscendo dall'abitacolo e sparando. Poi si era allontanato ed aveva fatto scattare l'allarme.
Il 52enne aveva ripercorso la conflittualità esistente con i Morgillo, nata nell'aprile dello scorso anno, quando a Santa Maria a Vico era rimasto coinvolto in un incidente, finito al centro di un procedimento della Procura di Santa Maria Capua Vetere, con Gennaro Morgillo, allora 30enne, figlio di Mario. I due si erano poi incrociati a distanza di alcuni mesi, quando lo stesso 30enne si era trasferito a Durazzano perchè colpito dal divieto di dimora nella provincia di Caserta. Una situazione inevitabilmente complicata, rapporti tesi. Infine, la domenica prima del delitto, lo 'scontro' in un bar. Circostanze che riempiono il lavoro investigativo dei carabinieri.