Sarà riesumata il 17 aprile nel cimitero di San Salvatore Telesino, e potrebbe essere trasferita, per l'autopsia, presso l'Istituto di medicina legale di Foggia, la salma di Maria, 9 anni, rumena, che il 19 giugno 2016 era stata trovata senza vita, morta annegata, nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino.
Lo ha deciso il gip Giuliana Giuliano nell'incidente probatorio chiesto dal procuratore Giovanni Conzo in un'indagine che a gennaio era stata prorogata di altri sei mesi dal gip Flavio Cusani, al termine della camera di consiglio convocata dopo l'opposizione dei genitori della bimba alla proposta di archiviazione firmata dalla Procura, alla luce delle decisioni del Riesame e della Cassazione, per Daniel e Cristina Ciocan, i due fratelli rumeni tirati in ballo dall'attività investigativa dei carabinieri.
In particolare, il dottore Cusani aveva archiviato l'accusa di omicidio a carico di Cristina, ma non di Daniel, al quale è contestata anche la violenza sessuale, ed aveva disposto l'allargamento dell'inchiesta anche nei confronti del papà e della mamma di Maria, per i quali è stata prospettata una ipotesi di violenza sessuale.
Nel corso dell'udienza, il giudice Giuliano ha affidato ai professori Cristoforo Pomara, Ciro Di Nunzio (con il chimico Aldo Di Nunzio) e Francesco Sessa l'incarico di procedere agli esami, per i quali le parti hanno nominato i rispettivi consulenti: nessuno per il Pm, il professore Fernando Panarese e la criminologa Ursula Franco per Daniel, difeso dall'avvocato Salvatore Verrillo; i professori Tatiana Mangiullo e Marina Baldi, ed i criminologi Roberta Bruzzone e Nicola Caprioli, per il papà e la mamma della piccola, assistiti dagli avvocati Fabrizio Gallo e Serena Gasperini.
Il prossimo appuntamento è stato fissato per il 9 luglio, ma è probabile che tutto slitti al 3 settembre, vista la complessità degli accertamenti.
Oltre all'autopsia, che potrebbe essere supportata da test di immunoistochimica sui reperti e dall'analisi dei prelievi precedenti, l'obiettivo sarà la ricerca di materiale genetico su un bottone del pantalone della vittima, il jeans indossato da Daniel il 19 giugno, un pantaloncino da bimba e una maglietta sequestrati nell'abitazione della minore.