Arzano

Era la notte del 31 gennaio quando Ossuele Gnene, giovane immigrato regolare che si stava recando in bicicletta alla palestra Imperial di Arzano, dove lavora, era stato fermato da una macchina che gli aveva tagliato la strada. Poi era stato inseguito e aggredito con un cric da quattro giovani tra i 18 e i 24 anni, subito identificati dai carabinieri e riconosciuti dalla vittima. Oggi i quattro, tutti residenti ad Arzano, sono stati arrestati dai carabinieri in esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Nord. Sono accusati di lesioni gravissime e minacce aggravate.

L’aggressione di Ossuele Gnene era stato un atto razzistacon il il sapore della crescita dell’odio razziale che colpisce il Paese. Il giovane, nel raccontare l’incubo vissuto quella notte, aveva fattoemergere particolari inquietanti. Ossuele era riuscito a scappare, i 4 lo avevano rincorso e iniziato una vera e propria caccia all’uomo, urlando minacce di morte e offese razziste.
Quel 31 gennaio sembra aver portato alla luce un mondo nascosto, braci che covano sotto la cenere, un sentimento pericoloso e spesso alimentato dalle istituzioni. Quell’aggressione premeditata, studiata, che aveva come obiettivo quello di punire un uomo per il colore della sua pelle, ha tanto le dinamiche di un attacco razzista di un gruppo razzista in pieno stile Ku Klux Klan.

L’indignazione di chi invece nello stesso territorio vive e crede nell’integrazione e nella convivenza non si era fatta attendere allora. La palestra per la quale Ossuele Gnegne lavora aveva piazzato un cartello chiaro all’ingresso con su scritto, nero su bianco: “Vietato l’ingresso ai razzisti”.