Nel giorno del secondo turno di votazioni on line sulla Piattaforma Rousseau per la scelta dei candidati alle europee del Movimento Cinque stelle, va in scena lo psicodramma degli esclusi, quelli che ci avevano creduto, che si erano impegnati, che avevano sperato di volare a Bruxelles forti del sostegno, seppur relativo in termini numerici, degli altri attivisti. 

Il no del Movimento, attribuito direttamente al leader Luigi Di Maio, è arrivato in capo a quattro candidati campani che figuravano nella top ten del primo turno: Mario Aliberti, Giacinto De Taranto, Francesco Mennella, Daniela Rocco.

Agli interessati è arrivata una semplice mail: «A seguito di diverse segnalazioni ricevute e delle ulteriori verifiche effettuate» si comunica «l’incompatibilità con i valori e le politiche del M5S», «esprimendo parere vincolante negativo».

Dal primo turno delle europarlamentarie erano rimasti in gara 200 persone che adesso sul web (oggi dalle ore 10 alle 22) non saranno più votate su base regionale ma su base multiregionale. 

In totale sono otto gli esclusi, e la metà stanno in Campania. Tra loro anche il primo della lista, l'ingegnere aerospaziale napoletano Giacinto De Taranto che nel 2014 era stato scelto come unico italiano a partecipare a una spedizione su Marte. L’ingegnere ha risposto per mail allo staff per chiedere spiegazioni.

Sulla sua pagina facebook Giacinto De Taranto scrive: “ Ero il primo della lista per meriti attribuiti dalla piattaforma Rousseau in tutta la circoscrizione meridionale: 8 meriti su 9, superando anche gli uscenti. Motivo di vanto per tutti gli attivisti che pubblicamente e/o privatamente mi hanno contattato per congratularsi e per garantirmi il loro sostegno. Ma ho scoperto che non sono più in lista tra i candidati. Una email scarna e asettica senza alcuna giustificazione mi ha informato della mia esclusione dall'elenco dei candidati poche ore prima dell'inizio della votazione online. Ringrazio tutti voi per l'immenso sostegno ricevuto scusandomi io per il MoVimento 5 Stelle per un' esclusione arbitraria e al momento non giustificata. Esco comunque a testa alta”.

Sempre in Campania, sono stati tagliati fuori anche Mario Aliberti e Francesco Mennella. Il primo, ex capitano della Guardia di finanza a Castellamare di Stabia, ha seguito alcune delle inchieste più delicate condotte dalla Procura di Torre Annunziata. Mennella, invece, è un medico dell'Isde (medici per l’ambiente), attivista della Terra dei Fuochi, che nel 2015 si era candidato con il M5s a Marcianise (Caserta).

Infine c'è Daniela Rocco che sempre dal suo profilo facebook rivela di aver pianto moltissimo per questa esclusione: “Sono delusa ed accetto di essere stata sconfitta dalla mediocrità e dalla segnalazione di qualche mediocre frustrato. Il mio CV, la mia storia, la mia vita parlano più di ogni cosa. Le oltre 343 persone che mi hanno votato al 1° turno hanno premiato, per la 1° volta nella storia del Movimento, le competenze e non altro. Oggi sono un pugile suonato. - aggiunge la Rocco - Anche Beppe si è distaccato dal Movimento. Oggi capisco perché. Andando avanti per questa strada il Movimento morirà. Aspettando che finiscano i 2 mandati di molti "miracolati" da Beppe. Grazie a tutti Voi che avete creduto in me. Le persone passano, i valori restano, immortali, per sempre”.

L’elenco comunicato inizialmente degli ammessi al secondo turno comprendeva: Isabella Adinolfi, Mario Aliberti, Vito Avallone, Giacinto De Taranto, Enrico Farina, Francesco Mennella, Luigi Napolitano, Aniello Nazaria, Michela Rescigno, Daniela Rocco.

Al voto del 4 aprile, invece, gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno trovato un altro elenco: Adinolfi Isabella, Peluso Mariano, Rescigno Michela, Nazaria Aniello, Napolitano Luigi, Farina Enrico, Di Matteo Antimina, Della Valle Danilo, Avallone Vito.

Scoppia il caso degli account fasulli. In questo scenario già di per sé avvilente, dove molti attivisti hanno dovuto amaramente constatare che uno non vale più uno, ma decide tutto Di Maio, vacilla anche il mito della democrazia diretta voluta dal fondatore Casaleggio. Nel giorno delle Europarlamentarie infatti è scoppiato anche il caso degli account fasulli.
Fanpage.it è venuta in possesso di un documento che mostrerebbe la “fabbrica” di un elenco di account fasulli e registrazioni non autorizzate sulla piattaforma Rousseau. Un “sistema” per gonfiare i voti e farsi eleggere alle Europarlamentarie che sarebbe stato escogitato da uno dei candidati esclusi. Il sospetto si è fatto avanti dopo la denuncia di una ragazza di 27 anni di Maddaloni (Caserta), secondo la quale il suo profilo sarebbe stato iscritto nella piattaforma Rousseau “a sua insaputa”.

Interviene il Garante per la Privacy ed arriva la multa di 50.000 euro alla piattaforma del Movimento 5 Stelle 'Rousseau' per non aver protetto adeguatamente i dati personali degli iscritti in occasione del voto online mettendo a rischio la veridicità dei risultati. Così ha stabilito il Garante a conclusione delle verifiche condotte, rendendo noto il provvedimento che "ingiunge all'Associazione Rousseau, quale responsabile del trattamento e in tale qualità trasgressore, il pagamento, entro 180 giorni dalla data di ricezione del presente provvedimento, di euro 50.000 a titolo di sanzione".Lo stesso  Davide Casaleggio si è recato in procura  per denunciare alcuni profili 'clone' tra gli iscritti, creati con l'obiettivo di manipolare il voto delle Europarlamentarie.

 "VOTO ALTERABILE" - Gli aspetti di sicurezza della piattaforma Rousseau sono stati "migliorati in modo significativo" ma "residuano alcune importanti vulnerabilità rispetto alle quali l'Autorità è tenuta a intervenire". È questo uno dei passaggi chiave del 'provvedimento su data breach' adottato dall'Autorità garante.

Alla fine di questa giornata a dir poco movimentata, il movimento avrà comunque i suoi candidati all'europarlamento. Salvo ricorsi. Tra veleni, proteste ed esclusioni sembra di assistere a un film già visto altre decine di volte nel Partito Democratico. Ma mentre i Dem sembrano aver imparato la lezione, i cinque stelle devono prendere atto delle parole che il loro stesso fondatore, Beppe Grillo, ha pronunciato non più di qualche settimana fa dopo la debacle pentastellata in Sardegna, quando disse: "Forse non siamo all'altezza".