Il Sannio arriva a Vinitaly: nel salotto dell'enologia italiana si tenterà di accendere i riflettori, finalmente, su Sannio Falanghina Città Europea del Vino.
Da domenica a mercoledì diversi saranno gli appuntamenti tra i padiglioni che vedranno protagonisti i sindaci, i protagonisti del vino sannita, gli esponenti della Regione Campania in cui si parlerà dell'evento.
Dovrebbe alzarsi il sipario, come annunciato anche attraverso una delle pagine social create negli ultimi giorni, anche sul calendario dell'evento.
Un calendario che, si era detto, l'ultima volta lo scorso 18 marzo (leggi qui Città Europea del Vino, Ecco il calendario) era basato su 120 eventi in 365 giorni. Ad oggi ne sono passati 94, di giorni, e fuori dalle inaugurazioni e dalle presentazioni lontane dal Sannio, come a Matera o appunto Vinitaly non si segnalano eventi.
E' dunque forte l'attesa per il calendario e per gli aventi, anche per il mistero che li accompagna se si chiede agli addetti ai lavori un'anticipazione, un commento, una parola: nulla, perché?
E' probabile che il motivo sia da ricercare in un'attesa difensiva: quel programma è “legato” ad altro e in base a ciò potrebbe cambiare e con esso il tenore dell'intera manifestazione.
Un'attesa che, come dichiarato anche da esperti, intenditori e appassionati sta pregiudicando l'intera manifestazione, che ad oggi rischia di passare in sordina quando avrebbe potuto rappresentare un trampolino di lancio ideale per un settore in forte crescita, dopo anni di buio (per un approfondimento leggi qui "La Lepre e La Tartaruga, storia di una sfida a colpi di calici" ) come quello del vino sannita.
Ad oggi dunque dalle (poche) indiscrezioni che trapelano si prevede un cartellone basato su partecipazioni a eventi e fiere internazionali, come Vinitaly appunto, e poi gli eventi classici a tema vino sul territorio, quelli ben conosciuti e che ormai hanno il loro seguito. E' un po' poco, decisamente poco per qualcosa che dovrebbe attrarre appassionati da ogni angolo del mondo e non solo gli allegri e festanti avventori da sagra, con ogni stima, rispetto e ammirazione per le sagre, sottolineando la loro estrema importanza per il territorio e con ogni stima e simpatia per gli avventori, sia chiaro.
C'è da spezzare una lancia per i sindaci però: il tutto si gioca sull'entità e sulla certezza del finanziamento regionale alla manifestazione, perché quello che si attende è il finanziamento della Regione, e se non arrivasse basare di questi tempi una manifestazione internazionale sui bilanci di cinque piccoli comuni delle aree interne sarebbe come immaginare di vincere la Champions con una squadra di Eccellenza. Di certo però, se poi il finanziamento regionale andasse a finanziare anche piani comunicativi come quello pubblicato dalla collega Teresa Ferragamo su Sannio Page, con migliaia di euro in cappellini e penne e magliette celebrative, molto anni 80, quella lancia testé spezzata sarebbe da ricomporre e riadattare all'originario (e naturalmente metaforico) scopo offensivo.
La speranza naturalmente, per il Sannio, per le splendide cantine, per i sindaci di quei paesi e per gli altri, è che Sannio Città del Vino 2019 venga ricordato, un domani, come la definitiva consacrazione per vini splendidi, cantine straordinarie e un territorio che merita ben altro lustro.