Sono ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al voto di scambio elettorale, attentati contro i diritti politici del cittadino, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento, detenzione illegale di armi da sparo comuni e da guerra.
Quattordici le misure cautelari emesse dal Gip di Torre Annunziata a carico degli indagati. Ad eseguirle i carabinieri della locale compagnia.
Nel corso dell'attività investigativa coordinata dalla Procura i carabinieri hanno portato alla luce un sodalizio criminale attivo a Torre del Greco, che in occasione delle elezioni amministrative del 2018 aveva acquistato voti in cambio di somme tra i 20 e i 35 euro, o di generi alimentari, o promettendo posti di lavoro previsti da un progetto regionale. Coinvolti due candidati, entrambi poi eletti al consiglio comunale.
"Una vergogna che dovrà essere punita con la massima severità. Riponiamo massima fiducia nel lavoro dei giudici e ringraziamo i carabinieri che hanno scoperchiato un vero e proprio vaso di pandora."
Così il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli definisce lo scandalo voto di scambio a Torre del Greco. “Il sistema si basava su voti comprati per pochi euro o addirittura grazie a pacchi di generi alimentari dell’Unicef. Al di là del reato in sé troviamo oltremodo spregevole l’uso di pacchi destinati ad aiuti umanitari per fini elettorali. Tra l’altro uno dei consiglieri comunali, attualmente ai domiciliari, avrebbe promesso l’assunzione a cinque netturbini selezionati col progetto Garanzia Giovani. Ricordiamo gli episodi dei mezzi di raccolta bloccati dai gruppi di tirocinanti che reclamavano un’assunzione senza averne alcun titolo. Ora capiamo bene quale sistema avesse generato la loro assurda pretesa. Un circolo vizioso che ha contribuito a generare il caos rifiuti che ha recentemente interessato la città”.