Una bomba pronta a deflagrare. Non c'è altro modo per definire questo nuovo filone di calcio scommesse che ha travolto alcune società di Lega Pro e Serie D. In particolare, relativamente a quest'ultima categoria, la possibilità di poter scommettere anche su queste sfide ha aperto a situazioni che sono sfuggite di mano alle società. Difficile controllare i propri tesserati, specie quando si parla di realtà nelle quali il ritorno economico è a forte rischio. Insomma una sorta di istigazione a delinquere concessa legalmente ai giocatori che, giocando, possono bypassare le proprie società. “Dirty Soccer”, così è stata denominata l'operazione, ha travolto il mondo del dilettantismo.
SERIE D GIRONE I – Tante le squadre coinvolte che fanno parte di questo girone, lo stesso del Torrecuso, per intenderci. Sorrento, Comprensorio Montalto, Akragas, fresco di promozione in Lega Pro e la Neapolis, appena eliminata dalla squadra sannita nel primo turno di play off. Del Torrecuso, fortunatamente, nessun menzione, se non per la presenza, tra gli arrestati, di un giocatore attualmente in forza, ma fuori rosa, della squadra sannita. Si tratta di Astarita, giocatore messo sotto la lente di ingrandimento quando militava con l'Akragas. La gara incriminata è quella contro la Neapolis, una delle più coinvolte, nella quale il difensore ha subito un'espulsione per doppia ammonizione, accumulando due gialli in pochissimo tempo e con la rete di Chiaria che è arrivata allo scadere. Tutte le persone che hanno assistito a quella sfida, sia dal vivo, sia sul web, hanno subito capito che c'era qualcosa che non andava.
LO AVEVAMO DETTO – Non serve, ma di sicuro, il “lo avevamo detto” calza a pennello. E ora diventa anche più chiaro spiegare la decisione del Torrecuso di non prendere parte alla trasferta contro l'Akragas. Quella che era, per tutti, un'accusa di anti sportività, legata a una serie di risultati negativi, alla fine diventa una sorta di presa di distanza da un mondo che non appartiene alla società sannita. Il concetto di campanilismo e calcio pulito, vicino alla realtà torrecusana, ha tremendamente cozzato contro dinamiche che sono ben distanti da questo centro. E a questo punto, si riesce a capire che quanto fatto dalla società della famiglia Rillo è tanto in un torneo nel quale, non servono prove adesso, non è partita alla pari con le altre che hanno cercato vantaggi, che ricevono contributi dalla Lega Nazionale Dilettanti perchè hanno con comune con la stessa lo sponsor.
ADDIO AL CALCIO – Ed ecco perchè, un mese fa, il direttore Zotti aveva dichiarato non avere più nulla a che fare con questo calcio, di voler portare a termine la stagione e poi salutare un mondo ben distante dalla propria concezione. Sia chiaro, però, Astarita non è stato messo fuori rosa perchè c'era una sensazione strana attorno al giocatore, la decisione è scaturita dal fatto di voler sfruttare i proprio giovani che potevano dare qualcosina in più in termini di entusiasmo. Il giocatore resta un tesserato del Torrecuso, anche se fuori rosa. E questo fino al 30 di giugno, poi le parti si divideranno.
IL GRANELLO DI SABBIA – Basta leggere le società coinvolte per capire quali sono le realtà di riferimento di questo filone di indagine. Ci si accorge che, pur essendo la stessa nazione, piccola per la verità, le distanze tra Torrecuso e città come Napoli, Agrigento, Reggio Calabria, ad esempio, sono dilatate oltre modo. Anni luce tra il modo di intendere il calcio in questa piccola realtà sannita e quello nei quali gli interessi superano la passione. E la cosa peggiore, ma questa è solo una sensazione, è che sia solo un piccolo granello di sabbia, la tempesta è solo dietro l'angolo. In molti cominceranno a tremare.
Fabio Tarallo