Benevento

Un film (“Liberi di scegliere”, del regista Campiotti) per affrontare un tema delicato come la legalità e la tutela dei minori. Argomento certo non facile, offerto al confronto con gli alunni delle classi V dell'Ipsar Le Streghe di Benevento.

Appuntamento formativo voluto dalla dirigente Maria Gaetana Ianzito, aperto dalla relazione del professore Massimo De Pietro, nel corso del quale è stata illustrata la portata straordinariamente innovativa dei provvedimenti adottati dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria nei confronti di minori appartenenti a famiglie malavitose.

Comprovata la loro iniziazione criminosa, il Tribunale li ha allontanati dalle famiglie di origine ed affidati ai servizi sociali in territori lontani da quelli di nascita.  Provvedimenti che hanno suscitato polemiche e critiche diffuse: alcuni avvocati li hanno tacciati di incostituzionalità, parte dalla stampa  ha scritto di "minori deportati", ma che sono pienamente conformi agli articoli 3, 30 e 31 della Costituzione.

Le motivazioni dei provvedimenti – ha spiegato De Pietro - richiamano tutte il concetto di interesse del minore, individuato “attraverso un delicato bilanciamento tra due diritti ugualmente importanti per un ragazzo: il diritto di vivere nella propria famiglia di origine ed essere cresciuto dai propri genitori; il diritto ad un’armoniosa crescita psico-fisica”. Perchè la cosiddetta “responsabilità genitoriale non deve essere considerata un diritto dei genitori: essa è una funzione strumentale ad un adeguato svolgimento del processo educativo del figlio minore”.

Il docente – avvocato ha ricordato che “le misure di allontanamento sono state varate sulla base di accurate verifiche sociali ed accertamenti di atti del minore esprimenti un’iniziazione alla criminalità”, e che è assolutamente “evidente che l’allontanamento di Domenico (il ragazzo protagonista del film) vada nella direzione di tutelare i diritti inviolabili della persona, faccia decadere dalla potestà genitoriale i genitori incapaci di formare ed educare i propri figli e faccia ricorso agli Istituti che la legge ha previsto per l’assistenza del minore”.

Questo – ha aggiunto - è stato "il grande risultato raggiunto da Giudici coraggiosi che interpretando correttamente la loro funzione sono stati apripista di una facoltà, prima preclusa ai ragazzi provenienti da famiglie malavitose. Con questi provvedimenti di allontanamento si persegue un duplice obiettivo: tutelare i minore dai rischi concreti per la sua incolumità, fargli sperimentare nuove opportunità e contesti sociali ed affettivi diversi da quelli di provenienza, nella speranza di un destino ineluttabile di morte o carcere”.