Venerdì e sabato (22 e 23 marzo) il Magnifico Visbaal Teatro presenta la sua nuova produzione “Concedimi di diventare niente” di e con Peppe Fonzo. L’appuntamento è alle ore 21 allo spzio culturale in vico Fimbrio - Rione Triggio.
Queste le note di regia: “In scena l’attore, nudo, che non interpreta altro che sé stesso.
Nessuna scenografia, nessun effetto luce, qualche oggetto, Il palco vuoto e piatto,
“C’è qualcuno in sala che potrebbe venire a prendermi?”
Inizia così, timidamente, con una confessione che spiazza.
Non si può iniziare se l'attore non è confortato dalla mano di qualche spettatore che impietosito dalla sua voce tremante lo va a raccogliere dietro le quinte.
Da lì in poi si instaura un dialogo con il pubblico che diventa testimone di un percorso intimo e suggestivo, coraggioso per i temi e la cifra stilistica messa in atto. Tra rivelazioni a volte ridicole, altre volte imbarazzanti, il performer racconta la sua esperienza in questo mondo fantastico e crudele, affascinante e spietato, tragi-malincomico sempre..
La conclusione?
(Rivolgendosi al pubblico)
Lo faccio per te... per te, per te.. ma soprattutto lo faccio per me”.
L'autore, invece, scrive: "Concedimi ha visto la sua forma embrionale nella Scuola Elementare del Teatro diretta da Davide Iodice nel 2017 e poi si è sviluppato in altra sede nel 2019 debuttando al Magnfico Visbaal nel Marzo 2019. Questo lavoro è da definirsi "performativo", e la quarta parete viene immediatamente annientata, e, si continua senza compromessi. Lo spettatore in maniera discreta entra letteralmente nella scena e diventa parte integrante, agendo in prima persona e diventando esso stesso teatro. Attore-spettatore, nessuna illusione, molta poesia, nessuna distanza, molta fascinazione, la timidezza dell’uomo che toglie la sua maschera da agnello sacrificale dopo essere stato sgozzato (da uno spettatore) offre cristicamente il suo sangue al pubblico diventa il prologo spiazzante per questo viaggio e poi si chiede Ogni sera è così... Ma chi me lo fa fare? . Le frustrazioni, le paure, le incertezze, le delusioni, le incomprensioni, gli abusi, le speranze, scorrono in un altalena di emozioni e suggestioni insieme ad un sapiente lavoro con oggetti metaforico e a tratti onirico. Un percorso che fa entrare e uscire lo spettatore dall'illusorio teatrale tra ironia, poesia e spettacolo, senza sosta e senza filtri".
E ancora, chi lo ha visto scrive: "L'attore, agnello sacrificale, dona il suo corpo ogni sera. Che ne sa il pubblico della sua storia, delle sue paure, delle difficoltà, le necessità di sbarcare il lunario? Incassa dinieghi e false lusinghe.Si interroga lo spettatore, sulla generosità di chi dona corpo e cuore ogni sera, rinnovando la fatica e la bellezza del darsi pagati, ma non sempre, da applausi, sorrisi e da emozioni regalate? L'attore lo fa per te e per te e anche per sé. Ieri sera l' ha fatto anche per me. Io ieri sera ho aggiunto qualcosa alle mie consapevolezze".