Benevento

La voce tradisce l'emozione di raccontare un personaggio simbolo come il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il suo coinvolgimento è tangibile.
Raoul Bova è impreciso nella sua interpretazione al Cinema Teatro San Marco ma riesce lo stesso a creare un bel legame con il pubblico, che ha affollato numeroso la sala del Cinema Teatro San Marco.

Negli anni degli adolescenti cresciuti nel mito di Gomorra, dei cattivi che vanno forte, dei modelli alterati raccontare una storia di quotidiana lotta per il bene è controcorrente, strano, rischioso.
Ad accettare la sfida Giambattista Assanti che ha scritto e diretto "Il Generale". Un reading teatrale liberamente tratto dal libro “Dalla Chiesa. Un papà con gli alamari” di Simona con Rita e Nando Dalla Chiesa.

Sfida accettata anche dall'affascinante attore romano che ribadisce, con questa interpretazione, la sua passione per gli eroi.
In tanti sono arrivati nella sala di via Traiano spinti dalla curiosità di seguire l'attore che ha conquistato per le sue interpretazioni al cinema e in televisione e che definisce "una novità" il reading affrontato.
In tanti, alla fine dello spettacolo, hanno lasciato la sala commossi.

Emozione palpabile per la storia di un uomo che si intreccia alla storia d'Italia. In una continua battaglia per la legalità.
Dalla Guerra al delitto Moro, dal terremoto del Belice al terrorismo. Alle parole pronunciate in scena dall'attore si alternano testimonianze video e audio reali.

Confessa tutta la sua emozione, l'attore, alla fine dello spettacolo. "Le parole del Generale sono quelle che ogni figlio vorrebbe sentirsi dedicare e sono per tutti. Spero che i ragazzi possano vedere questo spettacolo".

Il suo ultimo pensiero è per quel berretto dei Carabinieri unico oggetto di scena. "Non si può far altro che mettersi sugli attenti e salutarlo con onore e orgoglio".