Ospedaletto d'Alpinolo

La montagna non si tocca. No secco dell’amministrazione di Ospedaletto d’Alpinolo al progetto di realizzare il traforo del Partenio. Un intervento portato avanti dal presidente della Provincia, Domenico Biancardi, su cui l’assessore Sirignano chiede chiarezza e confronto. Il progetto prevede un tunnel di quattro chilometri circa che unirà Cervinara a Baiano; ora per andare da una parte all’altra tocca fare il giro attorno alla montagna, con la galleria sarà possibile dalla Valle Caudina arrivare al casello autostradale in un quarto d’ora.

“Si tratta di un intervento su cui dover ragionare in maniera accurata e completa. Si tratta di una scelta che rischia di cambiare radicalmente le linee di collegamento anche del turismo in arrivo nella nostra area. Insomma, c’è molto da capire su un tunnel che temiamo, si tratta solo di ipotesi, possa creare danni alla Montagna e ricadute negative in termini di sicurezza per le piccole comunità come la nostra ubicate ai piedi del Partenio”.

Sirignano chiede un confronto aperto per un progetto che, secondo l’assessore di Ospedaletto, si starebbe portando avanti senza coinvolgere gli amministratori in un dovuto e necessario confronto allargato.

Insomma, secondo l’assessore, il traforo che avvicinerebbe la Valle Caudina alla Bassa Irpinia e ai collegamenti autostradali, potrebbe avere un impatto negativo sul territorio, sia sotto il punto di vista economico che ambientale. Un progetto che venne presentato circa 50 anni fa, ma che non venne realizzato per una sorta di contesa tra i comuni caudini, per l'individuazione del punto di sbocco della galleria. Ma secondo il sindaco di Avella i 15 minuti di percorrenza per arrivare al casello di Baiano e viceversa risultano strategici per aprire zone diverse dall'Irpinia, strapparle dall'isolamento.

Dal canto suo il Presidente della Provincia rilancia lo studio di fattibilità per unire con una galleria nel Monte Partenio la Valle Caudina e il Baianese. «Nel rispetto delle norme e dell’ambiente. Quei quattro chilometri generano sviluppo».

Assessore, da parte della Provincia c’è una chiara volontà di realizzare l’opera. Lei crede che sia un intervento che porterà benefici?

Non credo che il traforo di una montagna come quella di Montevergine porterebbe vantaggi ai paesi del Partenio. La nostra è un’economia secolare basata sul transito dei pellegrini. Verremmo, carta alla mano, tagliati fuori. Insomma, chi arriva baipasserebbe la zona. Con un traforo verremmo, nei fatti, esclusi da eventuali sviluppi, perché chi arriva nel nostro territorio è attratto proprio dalla montagna, dal suo essere sacra sotto ogni punto di vista. È un punto di riferimento per il turismo sia culturale che religioso, oltre ad essere un grande patrimonio naturalistico.

Qual è il rapporto che voi vivete con il Partenio?

Credetemi, non sono frasi fatte o spot utilizzati per strumentalizzare una questione così seria, ma per noi la Montagna è sacra nella sua bellezza assoluta, proprio perchè inviolata.

A proposito di ambiente, Confindustria Avellino appoggia il progetto del presidente Biancardi, sostenendo che quella dell’impatto ambientale sia solo una strumentalizzazione. Lei cosa ne pensa?
Per noi preservare le caratteristiche naturali e identitarie del nostro territorio e tutelarlo dalle criticità legate al dissesto idrogeologico non è assolutamente strumentalizzazione.

In questi anni avete fatto molto proprio int termini di tutela…

Abbiamo voluto portare avanti una politica di sicurezza e tutela. Abbiamo ottenuto nel 2014 un finanziamento della regione Campania di 5 milioni di euro, con il quale abbiamo portato a termine un progetto per il contenimento della montagna e la creazione di vasche per l’incanalamento delle acque piovane. Abbiamo prevenuto eventuali rischi. Il caso di Rigopiano deve insegnare come vivere o costruire a valle di una montagna comporti necessariamente politiche attive di contenimento e previsione del rischio.

La priorità dunque è prevenire il rischio idrogeologico?

Assolutamente sì.Ci sono collegamenti alternativi per poter collegare le due zone. Percorsi molto più belli e a impatto zero. Pensando a soluzioni alternative, se queste dovessero esserci, si potrebbe evitare un’azione a mio parere troppo invasiva per una montagna già ferita in altri aspetti, da tutelare. Il Partenio attrae perchè imponente e solitario, così stagliato nella sua natura assoluta. Il traforo stravolge l’identità territoriale del contesto in cui vive la montagna stessa.

Cosa chiede?

Serve capire di cosa stiamo parlando. Vogliamo conoscere il progetto in tutti i suoi aspetti, Credo serva confronto aperta con i cittadini e le amministrazioni coinvolte. Non sono mai state utili le scelte calate dall’alto.