Caserta

E' Caserta la capitale italiana del “pezzotto”. E' quanto emerge da un'indagine del Censis. La provincia casertana da sola rappresenta il 61 per cento del mercato del falso: “Nel 2018 la Guardia di Finanza ha effettuato 192 sequestri di merce contraffatta nella provincia di Caserta, ha confiscato 49.414 articoli falsi e denunciato 93 soggetti. Negli ultimi due anni si rileva un significativo aumento sia dei sequestri (+51,2%), sia dei pezzi sequestrati (+76,7%). I numeri rimangono comunque piuttosto contenuti. La contraffazione riguarda soprattutto i prodotti low cost che si possono acquistare nei mercati rionali e nelle vie commerciali di Caserta e in provincia. Il 61% degli articoli contraffatti rinvenuti negli ultimi due anni è costituito da imitazioni di griffe di abbigliamento e calzature. È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata per il Ministero dello Sviluppo Economico (Direzione Generale Lotta alla contraffazione-UIBM).

Il mercato del falso vale a livello nazionale 7,2 miliardi di euro e sottrae più di 100.000 posti di lavoro all’economia legale. L’emersione della contraffazione comporterebbe anche un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su impresa e lavoro) e indirette (Iva), pari a quasi 1,8 miliardi di euro.

A Caserta i protagonisti della vendita ambulante di prodotti falsi sono principalmente i cittadini africani, soprattutto senegalesi, molto aumentati tra i residenti negli ultimi anni. Accanto a questi si trovano anche cittadini provenienti da Napoli o dal suo hinterland, che raggiungono in treno, in furgone o in auto le città del casertano nelle giornate in cui si tengono i mercati settimanali.

Rari sono i casi di opifici di produzione della merce falsa presenti sul territorio (solo due casi nel 2017-2018, a Castel Volturno e Arienzo) o di grandi magazzini per lo stoccaggio (sono presenti garage o abitazioni per piccoli quantitativi di merce destinata alla vendita). La vicinanza di Napoli, che rappresenta un hub nazionale di produzione, assemblaggio e stoccaggio delle merci false, provenienti soprattutto dal Sudest asiatico o da Roma e Milano, disincentiva la produzione e lo stoccaggio nel territorio casertano.

Ma di fronte a un mercato del falso che diventa sempre più capillare e camaleontico, un fenomeno che si trasforma e diventa sempre più «liquido», alle attività di repressione e di contrasto bisogna affiancare iniziative di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini-consumatori, chiamandoli ad essere attori e protagonisti in prima persona della lotta alla contraffazione”.