Pomigliano d'Arco

“Spero che farai una brutta morte. Meglio il suono delle sbarre di un carcere che il suono delle campane. Tu non sei nessuno e non fai paura”. È questo il messaggio che Salvatore Cantone, presidente dell’associazione antiracket di Pomigliano, ha prontamente denunciato dopo averlo letto sulla sua pagina Facebook. A minacciare il presidente è una parente di Pietro D’Agostino, l’uomo che per troppo tempo ha sparso il terrore tra i commercianti, i quali, grazie all’aiuto di Cantone, sono riusciti a denunciarlo. Infatti D’Agostino è stato processato e condannato a 6 anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Ma Cantone ha ancora una volta con coraggio e determinazione denunciato tutto, perchè spiega: "Noi, persone perbene, siamo di più dei camorristi e non si deve avere paura”.

Salvatore Cantone è un imprenditore che ha subìto la violenza del crimine organizzato, della violenza della mala, che opprimeva la sua azienda con continue richieste di danaro. Richieste alle quali decise con coraggio di ribellarsi e di denunciare. E da quel giorno, in cui vinse la sua battaglia contro la criminalità organizzat,  decise di fondare l’associazione antiracket Pomigliano per la Legalità, dedicata a Domenico Noviello, il commerciante di Castel Volturno ucciso nel 2008 per aver denunciato le estorsioni subite.

Nelle scorse ore una nuova minaccia, un guanto di sfida anciato così da chi vuole forse ancora una volta incutere paura, timore. 

Cantone, imprenditore anche lui in passato vittima del racket, ha fondato a Pomigliano d'Arco la prima associazione antiracket del territorio, collegata alla FAI di Tano Grasso; nel dicembre scorso aveva incontrato Luigi Di Maio durante una visita del vicepremier a Pomigliano d'Arco. Ma Cantone ribadisce come “dare l’esempio denunciando sia l’unica arma per lottare contro la camorra”.Lo fa da anni, coraggioso e inizialmente solitario pioniere della lotta al crimine organizzato. Lo ha fatto aprendo un’associazione unica nel suo genere ad est di Napoli. Sono i mesi del grande ritorno, delle bombe che esplodono, delle minacce della camorra che torna a farsi sentire, con la sua solità violenza e lunga coda di crimini e misfatti.Ma intanto i commercianti proprio grazie all'assistenza dell'associazione di Cantone hanno trovato il coraggio di denunciare facendo arrestare e condannare quell’uomo e il suo complice.

I dati raccolti dall’associazione parlano di circa l’ottanta per cento degli imprenditori, nel solo comparto edile, che sarebbero costretti a pagare il pizzo. Solo per citare qualche esempio. E il presidente Cantone invita proprio le istituzioni a sostenere quelli che denunciano con supporto sociale, psicologico e legale.

Cantone è il fondatore dell'associazione antiracket Pomigliano per la Legalità, dedicata a Domenico Noviello, il commerciante di Castel Volturno che per aver denunciato le estorsioni fu ucciso, nel 2008. Un presidio unico nel suo genere in una zona tanto vasta, quanto smarrita nelle fila del grosso business delle estorsioni della mala. Come Noviello anche Cantone è un piccolo imprenditore. La sua azienda fu taglieggiata nel 2005 da un gruppo di camorristi di Sant'Anastasia. Ma anche lui li denunciò. Li fece condannare. Cantone poi ha fondato la prima associazione antiracket a est di Napoli, collegata alla FAI di Tano grasso. Però i parenti degli estorsori non mollano e sono tornati a far sentire la loro voce.

In poco tempo però si è passati dalla soddisfazione per la condanna degli estorsori al disappunto per il comportamento tenuto nella vicenda giudiziaria dalle istituzioni. Il presidente spiega come il Comune di Pomigliano non si sia costituito parte civile al processo.