San Marzano sul Sarno

Prima ancora che discarica di veleni, il fiume Sarno si conferma la discarica di tutte le responsabilità istituzionali del nostro territorio. Sono ormai cinque mesi (cinque mesi!) che nell'Alveo Comune nocerino, un canale artificiale che attraversa il comune di San Marzano sul Sarno, si sono accumulati rifiuti di ogni genere. Un tappo di plastiche e detriti, residui di lavorazione delle industrie alimentari, rifiuti urbani, per non parlare degli scarti dell'agricoltura impregnati di fitofarmaci, una diga di “munnezza” che ha raggiunto stavolta dimensioni molto più che allarmanti. Al momento si calcola che i rifiuti abbiano occupato quasi duecento metri in lunghezza.

Il tappo si è formato ancora una volta in quel punto preciso, dove confluiscono il torrente Solofrana e la Cavaiola prima di immettersi nel fiume Sarno.

Per le popolazioni del territorio rappresenta un rischio enorme, per la sua pericolosità ambientale e idraulica. Appena piove e aumenta la portata del fiume, quel tappo di rifiuti crea esondazioni e allagamenti di campagne, strade e abitazioni circostanti.

I rifiuti che impattano sul ponte viario di via Marconi inoltre spesso vengono incendiati per liberare il passaggio di mezzi e persone, sprigionado fumi tossici, causando ulteriori gravi danni alla salute.

Tutti lo sanno. Ma nessuno finora ha mosso un dito. Perché sotto quella montagna di rifiuti nel fiume è stato seppellito anche l'ultimo briciolo di responsabilità e senso del dovere istituzionale di Regione Campania e Comune che da mesi stanno giocando a ping pong, in un perenne e inaccettabile rimpallo di competenze.

Da qui la lettera che l'associazione Nuove Prospettive Onlus ha inviato al sindaco di San Marzano Cosimo Annunziata per richiamare il primo cittadino al proprio compito non senza aver interpellato prima la Regione Campania.

“Come organismo sociale e da sempre interessati al benessere dei corsi d'acqua e dell'ambiente abbiamo voluto chiedere un intervento di competenza Regionale con l'obiettivo di eliminare l'accumulo di rifiuti e chiedere l'installazione di una tecnologia che blocchi il rifiuto lungo le varie aste fluviali – scrive Michele Buscé rappresentante legale dell'organizzazione no profit - . Essendo che Lei e gli uffici del suo comune sono a conoscenza di questa problematica ed anche quelli regionali conoscono bene la situazione, non ci si può permettere di far stazionare o far defluire i rifiuti nel fiume e nel mare”.

“In una email inviata da parte nostra all'attenzione dell'Assessore Ambiente della Regione Campania si chiedeva un sopralluogo dell'area e una risoluzione del problema. Ad oggi in forma scritta non abbiamo ricevuto risposta – continua Buscé - ma in una interlocuzione telefonica con il responsabile del Coordinamento della Segreteria, mi veniva comunicato che la Regione Campania era disponibile attraverso C.A.S. alla rimozione dei rifiuti e che questo non avveniva perché il Sindaco di San Marzano Sul Sarno non comunicava il luogo del conferimento dei rifiuti. Lo stesso Coordinatore mi comunicava che erano disponibili anche alla differenziazione dei rifiuti, restando in attesa di sviluppi dal suo comune. Sicuramente bisogna quanto prima risolvere la problematica su vari livelli e questo implica la responsabilità degli enti che hanno competenza tra fiume, prelievo dei rifiuti e tutela del corso d'acqua. Il Bacino Idrografico del Fiume Sarno già vive una gravissima problematica derivante dall'immissione di reflui civili e industriali rendendolo in parte praticamente morto, un segnale importante sarebbe quello di intercettare i Macro Inquinanti in forma continua e programmata. In quel tratto, Sindaco, l'incuria e la non gestione del fattore di tutela ambientale e del rischio ha fatto sì che nel corso degli anni quel perimetro di territorio finisse per diventare deposito incontrollato di rifiuti”.

In pratica: la Regione è disposta a rimuovere il tappo dei rifiuti, ma lascia al Comune il compito di smaltirli. Smaltimento che comporta dei costi che l'ente non è in grado di sostenere.

Ma non è tutto. Perché tra le “soluzioni” avanzate dai tecnici del Genio Civile c'è quella di abbattere il ponte sotto il quale si accumulano i rifiuti e ricostruirne uno più alto. Una soluzione a dir poco surreale. Come dire: poiché i rifiuti aumentano per lasciarli accumulare meglio noi facciamo altro spazio. Senza considerare i costi che un eventuale abbattimento con successiva ricostruzione potrebbe comportare per le casse pubbliche .

L'associazione Nuove Prospettive si fa portavoce del disagio e della preoccupazione dei cittadini e in ultima istanza chiede al sindaco Annunziata di “bloccare questa stagnazione burocratica invitando gli enti con competenza a trovare una rapida soluzione, ricordandoLe che i rifiuti in acqua non possono stazionare secondo quanto la legge obbliga”.