Montemiletto

 

di Angelo Giuliani

Rimasto vittima di un attacco omofobo, lo scorso 7 marzo, denunciato attraverso il suo profilo Facebook, Alessandro Reda, veniquattro anni il prossimo 2 giugno, ha utilizzato ancora una volta il popolare social network per un importante aggiornamento in merito all'episodio, che lo ha visto suo malgrado protagonista, diventando un caso nazionale: 

«In merito alla vicenda che mi ha visto protagonista la scorsa sera di un messaggio di offese omofobe lasciate sotto la porta, comunico ai miei amici, ai seguaci e a tutte le persone che mi hanno scritto per mostrarmi la loro solidarietà che la situazione si è risolta nel migliore dei modi.
Oggi sono stato avvicinato dalla persona che ha scritto il biglietto. Si tratta di un mio conoscente. Mi ha chiesto umilmente scusa affermando che il messaggio di odio che ha scritto non ha nulla a che vedere con l'odio verso gli omosessuali.
Ha ammesso di essere stato preso dalla rabbia e dall'invidia nei miei confronti per il seguito che ho sui social ma ha detto "solo ieri mi sono reso conto di quanto male ho fatto a te e a tutte le persone LGBT di Italia con quelle frasi. Sono stato squallido, lo ammetto. Ma sappi che ho usato la tua omosessualità per un mio intento stupido di provare a toglierti la felicità".
Ho visto che la persona in questione era molto pentita e solo ora ha capito quanto di grave ha fatto. Ha detto "é vero, le mie scuse ora possono valere poco e se vuoi puoi denunciarmi lo stesso ora che sai chi sono."
Quindi, la mia decisione è stata quella di chiudere nel migliore dei modi questa brutta vicenda perdonando la persona che ha scritto il messaggio. Spesso in momenti di rabbia si fanno cose che non sono proprie della propria personalità.
Il tutto si risolve con il mio perdono e il ristabilimento di un rapporto amichevole tra di noi.
La persona in questione, inoltre, non fa parte della cittadina di Montemiletto.
Quindi, questa è la mia decisione, che potete condividere o meno. Vi ringrazio ancora tutti per i messaggi di solidarietà che mi avete inviato in questi giorni perché tutti voi avete dimostrato che siamo un'Italia tollerante e aperta e, soprattutto, abbiamo lanciato il messaggio che solo accettando le differenze può esservi eguaglianza e civiltà e da oggi in poi sono certo che tante famigle sapranno accettare i propri figli omosessuali invece che cacciarli di casa.
La pace non si ristabilisce solo nelle aule di tribunale ma anche con semplici gesti di pentimento e di civiltà.»