Napoli

Il procedimento contro lo Stato italiano avviato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo sulla Terra dei fuochi «dà maggior forza all'azione del governo e per me che, prima da generale della Guardia Forestale e poi da generale dei Carabinieri, ho fatto le indagini è una conferma che non sbagliavamo, che era giusto fare quelle indagini per avere il coraggio di cambiare le cose». Lo ha detto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa. Il ministro ha ricordato le iniziative del governo come il patto d'azione Terra dei fuochi, la norma del decreto di sicurezza che individua i percorsi di tutela da incendi delle piattaforme di rifiuti e la legge Terra mia”.

“Solo spot elettorali, di concreto per risolvere il problema non hanno fatto ancora nulla”. Il giudizio a dir poco critico arriva dai comitati Stop Biocidio.

“Oggi la Corte europea apre il percorso che porterà al processo del Governo Italiano colpevole di sapere, di aver sempre saputo, cosa accadeva in terra dei fuochi senza essere mai intervenuto – dichiara Raniero Madonna, portavoce dei comitati Stop Biocidio della Campania – Ora si apre una nuova fase. Quello che è successo in Campania non può restare impunito. Ci sono cittadini che hanno perso persone care e hanno perso la possibilità di costruire il loro futuro nei territori in cui sono nati. Ci auguriamo che questo processo porterà a far emergere le responsabilità senza alcun tipo di paracadute politico”.

“Finora abbiamo sentito solo promesse. Da quando sono al governo Cinque Stelle non hanno fatto nulla. Hanno fatto il decreto terra dei fuochi che riorganizza le competenze ministeriali ma con il problema ambientale non c'entra proprio niente. Poi sono venuti a firmare il Patto per la terra dei fuochi, tutti i ministri in pompa magna presentando in Prefettura a Caserta un copia incolla di quello già fatto dal Pd e già si era mostrato insufficiente . Forse è il momento che il ministro Costa ascolti i cittadini e metta mano sul serio in maniera strutturale. Nulla si è mosso sul piano del contrasto al fenomeno, in Italia non esiste un sistema efficace di tracciabilità dei rifiuti, né un piano per i rifiuti speciali e soprattutto non si mette mano alle bonifiche. In Campania ci sono quattro siti di interesse nazionale da bonificare. E anche questo Governo in perfetta continuità con tutti gli altri non ha ancora messo mano alla procedura. Mi sembra che il ministro Costa ora debba assumersi le sue responsabilità perché il tempo è scaduto”.

Intanto si prepara la grande manifestazione di protesta del 23 marzo a Roma. Dalla Campania saranno tantissimi.

“Lo scorso 3 marzo si è svolta a Napoli l'assemblea nazionale che ha visto la partecipazione di oltre 500 attivisti da tutta italia per organizzare la marcia per il clima e la giustizia ambientale del 23. Gli effetti devastanti sulla salute che abbiamo subito in Campania e gli effetti dei cambiamenti climatici sono causati dallo stesso sistema economico di sviluppo, un modello che mette al centro il guadagno di pochi e non la tutela dell'ambiente e dalla salute dei cittadini. I primi responsabili sono, in questo senso, gli uomini al governo del nostro Paese, perchè è tutta politica la decisione di non disincentivare politiche inquinanti e pericolose. Ogni giorno chi siede in parlamento porta avanti compromessi al ribasso tra la tutela del diritto alla salute e la salvaguardia dell’ecosistema e il mercato, a tutto vantaggio degli interessi economici dei gruppi d’interesse locale o delle grandi multinazionali. Abbiamo bisogno di risposte e impegni seri. Abbiamo solo 12 anni dicono gli scienziati, per cambiare le cose, quindi andiamo a Roma per dire che siamo stanchi”.