Montemarano

Immaginate un paese in cui da mille anni il suono di un clarinetto, e pochi altri strumenti, diventa la colonna sonora delle vite di tutti tra storie antiche e generazioni che si susseguono. Quel suono è quello della tarantella di Montemarano. Una musica unica, sincopata, frenetica e incalzante. Una musica che risuona ovunque, soprattutto a Carnevale, festa per eccellenza del paese incantato nelle terre del vino.

“La forza del nostro Carnevale è la semplicità della tradizione. Montemarano è un popolo. Ci piace raccontarci così. Per noi festeggiare il Carnevale è una esigenza. Basta una maschera per essere parte di una festa unica". Il sindaco di Beniamino Palmieri racconta la festa e la sua storia.

Ormai il Carnevale di Montemarano è noto non solo ad un pubblico di appassionati e di addetti ai lavori grazie alle caratteristiche che lo rendono unico nel suo genere, ma a tanti visitatori provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. "Una tradizione tramandata da padre in figlio. Genuina. Come disse Paolo Apolito, Antropologo di fama Nazionale, appassionato e studioso del Carnevale di Montemarano, questo paese e la sua tradizione e unicità sono un'isola felice che, nei fatti, non si è fatta contaminare dalla modernità che avanza e travolge ogni identità".

E impazza la tarantella che guida la sfilata della paranze.

"Quando balliamo - spiega Pisapia storico Caporabballo - è come se andassimo in estasi. E’ la dimostrazione di un popolo allegro ed accogliente, chi viene rimane molto stupito da come ci si riesca a divertire riportando in vita tradizioni di centinaia di anni fa, continuando a fare quello che facevano i nostri nonni, il nostro Carnevale mè infinito. Pensate noi a bimbi nelle culle suoniamo la tarantella, non ci sono nenie.”

Antonio Gambale, uno dei più apprezzati Caporabballi del paese ricorda come sia rito sentito, quello di tramandare i vestiti di padre in figlio. "Senza questi merletti e fasce per noi non è Carnevale".

E come ogni anno si sono ritrovati i due maestri Pasquale Ziviello e Nicola Del Percio. Sì perchè il Maestro Del Percio arriva ogni anno dal Sudafrica per suonare col suo amico, ad un sol tempo col resto paese.

"Non so spiegarvi cosa proviamo quando suoniamo e balliamo - spiega Del Percio -. So dirvi che devo tornare ogni anno, altrimenti non sto bene".

E Ziviello gli fa eco spiegano come per i montemaranesi la tarantella è un istinto. "Adrenalina pura che ci pervade. Appena sentiamo la tarantella balliamo suoniamo. Per noi è come la Samba per i brasiliani"