Caserta

Avevano architettato, grazie all’uso di un disturbatore di frequenza (cosiddetto Jammer) un vero e proprio metodo per poter sottrarre oggetti dalle auto senza effrazione e per evitare i controlli delle Forze dell’Ordine agivano in diverse città. Ma il modus operandi era sempre lo stesso: prendevano di mira i genitori che erano costretti a lasciare l auto in sosta per accompagnare i figli minori a scuola grazie al jammer inibivano le chiusure centralizzate delle auto per poi impossessarsi degli oggetti che c’erano all’interno. Questi i reati contestati a sei persone arrestate questa mattina tra Napoli e Villaricca dai carabinieri della Compagnia di Caserta. Gli indagati, appartenenti quasi tutti allo stesso nucleo familiare, sono stati arrestati per furto su auto e ricettazione. Per quattro di loro il gip di Santa Maria Capua Vetere ha disposto gli arresti domiciliari, per due l’obbligo di dimora nel comune di residenza. L’indagine è partita nel 2016 a seguito di numerose denunce per furto tutte simili e avvenute sempre davanti agli istituti scolastici di via Bosco, Corso Giannone e via Ruggiero a Caserta. Ad insospettire i militari dell’Arma che ci fosse un sodalizio ben organizzato anche il fatto che tutte le vittime in fase di denuncia dichiaravano di aver chiuso bene la macchina con il telecomando a distanza e non c’erano segni di effrazione. I carabinieri così hanno iniziato una serie di controlli mirati nei pressi di alcuni istituti scolastici e dalle indagini è emerso che il gruppo agiva sempre allo stesso modo. Aspettavano che i genitori parcheggiassero le auto per poi introdursi all’interno senza problemi grazie al  jammer e portavano via dalle auto borse, documenti, carte di credito, telefoni e computer. Proprio in uno dei servizi di controllo, i militari il 15 novembre del 2016 arrestarono in flagranza di reato Anthony Ailano mentre davanti alla scuola media “Lorenzini” di via Bosco stava portando via una borsa da una macchina. Arrestato anche colui che aveva il compito di ricettare la merce sottratta e che si occupava di resettare telefoni e computer per poi rivenderli a terzi. Grazie alle telecamera di video sorveglianza, agli indagati è stato contestato anche il prelievo fraudolento mentre utilizzavano bancomat sottratti alle vittime. Secondo gli investigatori, il promotore e organizzatore del sodalizio era Salvatore Caiazzo, 54 anni, che aveva coinvolto nell’attività illecita anche il figlio Vincenzo Maurizio Caiazzo, 25 anni, e alcuni nipoti. Al sodalizio sono stati contestati reati consumati non solo a Caserta, ma anche a Pompei, Scafati e Prato.